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domenica 11 marzo 2018

PREMIO NOBEL



Stremati dallo sforzo, i nostri Governanti, Borgomastro ed i suoi soci, han dunque generato il massimo possibile che, come ampiamente qui è stato dimostrato, era invece il minimo impossibile. Capace di girare una disfatta in quella che si dice una vittoria, la mente raffinata e preparata del noto Professore ha illuso ampiamente la platea con solida oratoria argomentata e con logica infallibile e poco discutibile. In tali circostanze lui spiazza l'avversario che si sente talmente inadeguato che rinuncia anche alla replica e persino gli da il voto. Se dunque questo è stato è un fatto ormai passato; comunque ora c'é un filo che unisce più argomenti e come già ho accennato vorrei dedicare quest'altro sol momento. Se ieri ho dimostrato, coi conti della serva, che sto nostro malgoverno si appresta a regalare un gruzzolo importante a qual mai Enel Sole rifarà tutti gli impianti, qualcuno allor mi spieghi perché sta stessa cosa non venga invece mai pensata a mo' per la Gabbiola ? Mi spiego un poco meglio: nel caso degli impianti, per spendere a carico di altri na somma che poi a stento arriva a un milioncino, si danno a chi li mette, nell'arco di 20 anni, due milioni. Per dirla molto in breve, si brucia nell'arco di quel tempo, la somma tutta intera che risparmia l'impianto rinnovato. Se tanto mi da tanto serviva chieder soldi, che tanto ce ne sono ? Serviva proprio a nulla. Ma dunque se in sto caso si brucia poi il risparmio, cacciandolo a pagare un debito occultato, si pone la domanda perché mai per il caso la Gabbiola, non avessero pensato di usar la stessa cosa. I soldi ce li mette qualcun'altro, il tiket delle soste per 30 anni ripaga ampiamente il capitale, non esce dal bilancio manco un euro e il caso era risolto o comunque ci provavano. La cosa qui dimostra che il problema dei soldi poi non c'entra se i soldi li mette qualcun'altro e i conti li paga chi parcheggia. Il problema sta in altrove; alligna nelle menti raffinate, nei sottili distinguo un po' accademici del soggetto alla guida degli eletti sui banchi del consesso, nella pratica un po' rozza, ma efficacie, del nostro Borgomastro. Tradotto molto in sintesi toccare chi possiede qualche cosa è un peccato assai mortale; i governi sono eletti un po' da tutti, ma obbediscono poi a pochi; l'interesse collettivo non importa, quel che importa è sapere distillare, mantenere gli equilibri, argomentare come dotte prolusioni inutili e fasulle. E intanto il futuro è questo qua; un perder occasioni or l'una dopo l'altra, far credere di fare l'impossibile, scaldare la poltrona all'infinito, piegarsi come pochi ai soliti padroni che sappiamo. In questo disastro collettivo rimane una notizia e una speranza: con queste operazioni assai creative, la nostra Ministra alle Finanze, la nota lettrice di pizzini, è candidata. Un Nobel sta volta è assicurato.                                                  
                        

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