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venerdì 15 luglio 2011

Piano del demanio

Dopo il ritiro avvenuto durante la prima seduta dell’ultimo consiglio, torna in aula, lunedì prossimo 18 e  un’altra volta, il piano del demanio della costa lungo il lago. Il ritiro era avvenuto senza neppure che l’opposizione dovesse sprecare le parole  perché in quelle carte, depositate per l’esame, gli errori e le dimenticanze erano tali e tanti che approvarlo, anche volendolo, non lo si poteva proprio fare . Ora torna in aula corretto e riveduto grazie anche al salvagente che minoranza le ha lanciato e di errori o di dimenticanze non ce ne sono (quasi) più. Il problema però non è risolto perché il piano, così titola nel nome, invece non è un piano, neppure un semipiano, forse assomiglia piuttosto a un falso piano. La questione infatti è che con questo che dovrebbe essere un piano, demandato ai comuni dalla legge regionale di delega, si dovrebbe andare a fare la foto dello stato delle coste per rilevare tutto ciò che c’è dentro la fascia del demanio: boe d’ormeggio, darsene, passerelle per gli approdi, moli e scivoli d’alaggio, attracchi della navigazione laghi, corpi d’opera nuovi, vecchi o abbandonati,…. e tutte queste cose sono in parte in concessione, in un’altra parte ormai dismesse dagli originari concessionari, altre cose sono poi d’uso del pubblico. Da tutto ciò dovrebbero e qui il condizionale è proprio un obbligo, arrivare nelle casse e tutti gli anni, gli importi concessori, ma l’impressione è che l’evasione sia di massa, ma qui il piano ha il primo dei suoi buchi perché nulla ci dice tra la stato di diritto di quei beni e i proventi concessori. Poi se è un piano deve appunto programmare e far pianificazione e allora dire che fare di tutti i corpi d’opera che non più in uso sono in degrado sulle rive? Che fare di quelle attrezzature, quasi tutte di epoca remota, che d’uso del pubblico hanno bisogno di manutenzione e di ammodernamento per renderli fruibili alle esigenze di oggi e non di ieri ? Quanto  costerebbe tutto ciò ? Anche di queste cose manco  se ne parla in questo piano che par proprio faccia troppi buchi dentro l’ acqua. Si potrebbe continuare perchè di cose ce ne sono pure tante altre, ma l’esigenza editoriale ci obbliga a fermarci e crediamo di aver reso l’idea. Il resto poi lo lasciamo al prossimo Consiglio dove vedremo se anche questa volta si faranno consigliare per il bene e ci chiederanno ancora di lanciargli un salvagente o se invece andranno a fondo, volendo fare tutto da soli.


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