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martedì 18 marzo 2014

GIUSTIZIA E' SFATTA


Giustizia è sfatta; con questo giocar con le parole si intitola il post che andiamo oggi a pubblicare, dove la  sentenza, ora arrivata per esteso all'indirizzo del Palazzo, ha obbligato a reintegrar Ermini al posto di lavoro. Dunque passati che sono 4 anni, mesi otto e giorni pure otto da quello in cui il licenziamento venne effettuato, la storia si conclude giusto al rovescio di come era incominciata. Di mezzo tra le date del primo aprile dell'anno 2000 e nove e dell'otto di gennaio di quest'anno c'è poi anche un po' di tutto. C'è dunque l'Ermini che va a casa e sol tre giorni dopo c'è un giudice che dice che è giusto che stia a casa; poi siccome le garanzie son tante e la giustizia è lenta, il 4 di settembre di pari di quell'anno che era in corso, cioé 2009,  c'è pure anche un collegio giudicante  che dice l'esatto anche  contrario, cioè che non è giusto che stia a casa, ma torni a lavorare in attesa di sentenza. Così trascorsi che furono, più o meno, mesi  quattro, ecco che l'Ermini ritorna al suo posto di lavoro.  Da qui l'attesa è molto lunga, perché soltanto dopo che tre anni, quasi quattro, che furono passati ecco che un giudice, o meglio dire una giudice,  a Verbania, in veste di lavoro, emette sentenza in primo grado. Dopo la storia diventa pur assai già nota; quel giudice emette una sentenza di condanna per l'Ermini; quindi non solo torna a casa condannato, ma pure con le spese da pagare. Ermini fa trasloco, saluta l'amico suo Bottini e spera nell'appello. L'appello quindi giunge, giunge in tempi ragionevoli e dunque un nuovo giudice a Torino dirà l'otto gennaio dell'anno che sta in corso che no, che il giudice a Verbania aveva letto male, che peggio ancora e prima aveva anche il Palazzo scritto male e dunque….; e dunque che Ermini stia salvato perché sì, che pure poteva esser punito, per quanto aveva fatto, ma che ci dovesse  esser proporzione tra quanto aveva fatto e poi la punizione. Sentenza ci sembra ci convinca e la storia, per ora, sta finita. Però van fatti quattro conti. Il giudice d'appello compensa le spese delle parti; ognuno quindi si paga sol le sue, ma a fronte di ore 18 di lavoro che furon contestate perché non furon, forse, mai fatte dall'Ermini, ora il Palazzo è condanno a retribuir tutti quei mesi in cui l'Ermini stette a casa. Fatti due conti son sette mesi e otto giorni dopo la sentenza in primo grado e poi ci son altri, crediamo, cinque mesi in cui venne pagato solo in parte. Se poi aggiungiamo le spese di giudizio dei due gradi e quelli del giudizio incidentale, faremo i conti, ma faranno in tutto, almen 40/50 mila in euro, a fronte dei quali non c'è manco un'ora di lavoro. Quindi giustizia è fatta; no, giustizia non è fatta, perché ora si apre questo danno che sono i soldi spesi sulla vicenda dal Palazzo e che, per sentenza è condannato. Quindi la parola ora passa alla Corte, quella dei Conti appunto, che dovrà valutar se c'è la colpa grave e non soltanto il danno. Giustizia è proprio sfatta.
 

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