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domenica 30 marzo 2014

L'OPERETTA


 



Il titolo cui oggi dedichiamo questo post è quello cui appartiene un'altra delle promesse rinviate o manco fatte. Opera che passerà alla storia, ci disse Canio nell'ormai lontano esordio; poi poco mancò che fosse anche scordata. Comunque, come in un recente post  noi sostenemmo, tra accordi stipulati, quelli poi rifatti e i fatti odierni, non è che molto sia cambiato; semplicemente allor non c'era  nulla ed oggi non c'è nulla. A legger le notizie a mezzo stampa, sarebbe stato proprio Canio a tentar di smentir le nostre  affermazioni. Infatti ha detto Canio che l'attesa non solo non è per nulla vana, ma che nel lungo tempo, ormai passato, i soldi sarebbero cresciuti. Insomma; se è vero che Villa Aminta, nell'ormai lontano anno 200 e zero 9, non ebbe a versare neppure un euro di tutti i 215 mila che erano dovuti, la stessa ebbe a impegnarli  con diligenza pari a quella del buon padre di famiglia, tanto da ora disporne di più per fare quell'opera che passerà dentro la storia, se un giorno mai sarà poi fatta. Dov'è che Canio abbia poi tratto sta storia dei soldi che da un parte son cresciuti e dei costi d'altra parte pure, questo, per vero, rimane un gran mistero  poiché, e questo è proprio vero, ad oggi non c'è nulla nelle carte, trasmesse da Villa Aminta a quelli del Palazzo, da cui risulta quanto quest'opera fantasma, alla fine, poi ci costa. Se quindi è vero che permane un po' questo mistero, intorno alla vicenda c'è pure altro mistero. Le carte infatti non sono ancor del tutto chiare, ma pur anche trapela un qualche cosa che non par sia  molto a posto. Ma qui non vorrei guastar la festa e quindi, per ora, è meglio stare un poco zitto. Certo è che, arrivati a questo punto, non par neppur sia poi troppo difficile che quest'operetta si trasformi, presto, in una farsa.

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