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mercoledì 18 febbraio 2015

CENA D'ADDIO









   



Ordunque questa sera, ora di cena, si va in aula, ma sulla carta del menù della casa non c'è quasi poi più nulla. Stamani va a caccia di firme il nostro Canio per la storia dell'ufficio postale di Carciano; sta sera presenta poi le firme e le contiamo. Si è spento dunque anticipato il motore di Palazzo che già non pareva fosse un gran motore e ora neppure l'abbrivio manco ha. Terminato che sarà quel poco di pasto preparato, il resto della sera verrà invece occupato da quanto i convenuti da casa loro hanno portato. Sta volta questo pasto è un po' più ricco di quanto il Palazzo ha preparato. Sul tavolo da pranzo ci mettiamo un po' tutte le cose che stanno ancor sospese che vanno da sto porto, o meglio dai suoi costi e i suoi problemi, alla piscina, o meglio la vasca per il bagno, per non parlare poi dell'alberghiera con la storia dell' infinita ricerca del sito per il calcio, passando poi a interpellar sulla vicenda, pure lei senza una fine, dell'impianto a fune che andava dalla costa fino in cima alla sua vetta e finendo poi sul lungo lago, o meglio dentro i buchi aperti dopo il vento, per sbattere poi infine sul ponte sbarrato coi lucchetti e contro i lampioni rotti e arrugginiti. Nel mezzo della cena una pietanza sostanziosa; una proposta, ma ci vuole poco a pensar sarà bocciata; vorrebbe recuperare alla decenza la vecchi stazione del trenino e infine un'ultima portata che illustra un'occasione per trovar 5 milioni in euro ormai spariti per Villa Palazzola. Ma anche su questo Canio si è già espresso: sventurato !

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