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giovedì 5 febbraio 2015

CIAK SI GIRA











Il set è quello del Palazzo, location offerta dal suo Capo, gli attori sono due, la stampa è pure pronta e partecipa all'evento in veste d'invitata. Si passa in camerino, giusto un momentino, sta volta non c'è l'immancabile cravatta e pure manca, di grigio, la sua giacca; comunque si va avanti, si aggiustano le luci, si provan le battute, due pacche sulle spalle, magari c'è pure il tempo di svuotare insieme un bicchierino; via, ora si gira. Si assiste alla scenetta, tintinnano le chiavi che passano di mano, le cede il suo padrone, le prende il grande Capo che ride divertito. Tra Renzi e l'altro Letta, ricordate, non fu così sereno passarsi il tintinnio, ma qui le cose sarebbero diverse, fors'anche un poco meno allegre, comunque invece son felici, ci manca che si abbracciano, che si stringano le mani davanti all'immancabile Gemelli, cronista accreditato, che annota la cronaca serena dell'evento e l'immortala. Non manca poi, per vero, un piccolo sermone, ricordando il gran ritardo che venne consumato dall'Ente Regionale su cui ogni colpa è presto scaricata. Si autoassolve,invece, il nostro Capo da ogni addebito e ritardo avendo dimostrato di aver qualsiasi cosa fatto pur di non dover mai fare proprio nulla. Comunque l'impression che se ne trae è che si sia siglato un patto, non certo che si sia aperta un'altra guerra e che il tutto serva a richiamare un poco la mediatica attenzione su tutta la questione che Canio, dopo anni di gran disattenzione, si appresta a lasciar in eredità al suo futuro successore. Terminato lo scambio che c'è stato, la cronaca non aggiunge più di tanto. Ci toccherà aspettar pertanto un nuovo scambio.

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