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lunedì 17 agosto 2020

LINEA DI PARTENZA







Ormai il conto alla rovescia è già scattato e il primo sui blocchi di partenza è il vecchio Canio. Intanto che lo starter spara il colpo, si scalda a bordo pista e per quanto si intravvede, sicuro come pochi, affida alla rete la campagna di acquisti elettorali. La torta dei voti non è grande. Più fette se ne fanno, più incerto diventa il risultato e la corsa ad afferrarli sarà dura. Comunque il vecchio Canio, tre lustri e 20 chili dopo il primo fortunato tentativo ci riprova. E' il primo che scende nell'arena e affronta, uno ad uno, i temi che vorrebbe sviluppare nel caso che fosse il fortunato vincitore. Sin'ora neanche una parola per chiedere perdono. I temi che lui affronta, in buona parte, son figli dei suoi errori commessi in gioventù ed ora che l'età della ragione sarebbe, per regola, venuta, dovrebbe saperli riconoscere e trarne le dovute conseguenze. Dubitiamo fortemente nel suo ravvedimento. Difficile che un tipo come lui diventi all'improvviso un convertito; piuttosto lui cova un forte desiderio di tornare a comandare, di essere lui il primo cittadino, di essere omaggiato sin'anco riverito e poco importa sia davvero o solo opportunismo. Fissato così questo obiettivo, il resto conta poco o quasi niente. Promesse elettorali abbandonate, cambiamenti di programmi ogni momento, inciampi ed errori madornali nel cammino, dispregio dei diritti consiliari, visioni delle cose oltre misura; l'elenco dei suoi errori è presto fatto e difficile è indicare qualcosa che, nel tempo mica breve del doppio mandato consiliare, iniziato da lui sia terminato. Non faccio la lista per rispetto. Ma c'é un tema che ancor non ha affrontato: è quello che riguarda la nota e vecchia questione dal nome : " La Zanetta ". Abbiamo duellato 5 anni. In tutto quel tempo mai una volta che abbia ascoltato i nostri avvisi. E' stato una macchina da guerra, dissipando un mucchio di pubblico denaro per raggiunger l'obiettivo che si era messo nella testa. Alla fine sembrava avesse vinto, portando su un piatto il risultato. Orbene, ormai tutti ora sanno come le cose poi sono finite. Difficile che un Sindaco in Italia possa, come Canio, vantarsi che il Capo dello Stato abbia messo la sua firma su un suo atto. Eppure Mattarella gli ha dato una sberla che solo a ricordaglielo fa male. Vero Canio ?

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