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giovedì 21 gennaio 2016

AVVISO






Se dunque sto Bottini i buchi, prima o poi li chiuderà, diverso ritenere che abbia, non dico l'intenzione, ma dico la "visione" su cosa mai poi fare per ridare alla Perla uno splendore. Non basta sto Bottini promosso Borgomastro, non basta la sua squadra; son tutti un po' spompati e già sperimentati. D'altronde se è illusorio attendersi qualcosa che attenga un obiettivo che in genere si indica " strategico", la forza del governo che noi abbiamo ci induce a sol sperare che manco si mettano alla prova, temiamo seri guai, di più veri sfracelli. Di Canio ci basta uno soltanto e ce ne avanza. Questi che sono i suoi figliastri e che son quelli che la piazza ha poi promosso al rango superiore, non reggono la prova. Ci tentano dapprima con quella Villa Aminta e portano in Consiglio una proposta che è svendere un accordo, venduto già da Canio come un suo capolavoro, e ora che lui è sparito senza averlo realizzato, da questi suoi figliastri verrebbe già  belle disfatto. Ci provano poi ancora; sta volta il soggetto dell'accordo è il Grand Hotel, e qui si genuflettano, non solo rinunciando ai crediti da quello pur dovuti, ma pure gli regalano quattrini per fare tutto quanto a nostre spese, in barba alle norme che ci sono e dicono il contrario. Di più; in queste settimane si muovono le voci intorno all'Albergone che meglio sarebbe chiamar condominione. Ebbene, le voci ci parlano di un esito che non è proprio sicuro; ma intorno a queste voci, si muove il Borgomastro, toccando le pedine che possano influire sull'esito finale. Tre esempi illuminanti di come la sede del governo non stia dentro il Palazzo, ma un poco più all'esterno, col dubbio, pur fondato, di esserci sbagliati nel voto della scheda col nome di Bottini che invece sia andato, di fatto, a qualcun altro. Arrivato che sono a questo punto non serve che aggiunga anche dell'altro. Torniamo dunque a capo; che il nostro Borgomastro si impegni a chiuder buchi che tanto sono tanti, non faccia lo stratega che tanto fa poi danni e, da amico glielo dico, che tenga le distanze dai suoi grandi elettori.




 

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