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martedì 20 settembre 2011

Il vice sceriffo 2
Dove 2 sta per la seconda delle puntate che dedichiamo al Vice delegato e del quale, giusto nella puntata andata in onda solo ieri, ci par di aver, forse, esagerato in qualche elogio. Canio, anche il Professore, qualche volta l’altro avvocato dello studio del duo, quello associato, l’ala di sinistra che siede nel consiglio, tutti questi noi abbiamo, più volte, messo sotto tiro e sotto torchio e quindi, per par condicio, ci sembra dover dedicare qualche attenzione, un po’ particolare, anche al nostro vicario o meglio detto: vicedelegato. Possiamo incominciare da quella notte, a mezza notte, di tanti, ormai, anni che sono quando, sedendo, come spesso o quasi sempre, in qualche giunta, alzò la mano per assegnare ad un paio di esperti progettisti di fare il progetto di quel porto che poi mai è emerso dalle acque. Ve le risparmio le ragioni che sorressero la scelta, fu infatti un tira e molla che letto ora per allora, è tutto ciò che si può dire, meno che fu una scelta dettata da un benché valido criterio e Lui c’era. Passarono poi gli anni, ma era già nuovamente ricomparso quando, insieme al Canio I, fece poi in tempo a liberar quei progettisti dagli impegni che essi avevano assunto col Comune e, inutile anche dirlo, insieme alla loro libertà gli regalò anche un  po’ di  soldi  che, forse, manco gli spettavano e Lui c’era.  Passano ancora gli anni, del porto manco l’ombra, ma  i costi vanno in  crescita, si gioca quasi al raddoppio, infatti si approva un’altra volta  un altro porto e,  ironia del caso e della sorte, anche questa volta Lui c’era. Il resto della storia del benedetto porto intanto è ancora in corso di scrittura e mentre ne attendiamo forse l’inizio della fine, siamo tranquilli perchè c’è sempre ancora Lui. Passiamo a cose più leggere, alle cose che qualche volta animano la cronaca mondana del Palazzo. Lui oggi è quindi delegato: alle opere, da fare e da disfare, al patrimonio, al demanio della terra e delle acque, e poi anche alla locale polizia,  insomma come è suo costume è un po’ ovunque e ahinoi pur lo si vede: le strade cittadine tutte a pezzi a furia di far gli scavi e poi i reinterri; il Pala dei congressi quasi chiuso per le ferie; un po’ di patrimonio immobiliare che confessa essere, in fondo, regalato; il demanio sulla costa e in mezzo al lago, è un record di evasione anche fiscale e poi tante promesse: era primavera in aula disse che avrebbe subito, subito rifatto la pensilina alla stazione della navigazione laghi, e che sempre, anche “più subito”, avrebbe fatto  nuovi servizi sotto la statua del re, povero Umberto, poi ci fece vedere progetti a non finire, ma dove poi a finire sono andati, nessuno più lo sa e forse, quanto a re Umberto, ora conviene attendere che si commemori un’altra volta anche l’Italia, Lui probabilmente ci sarà. Par condicio sembra fatta.      
  

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