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domenica 18 settembre 2011

La verifica d’autunno
Settembre è tempo nel Palazzo di fare il punto sulle cose, lo vuole anche la legge che ,entro la fine del mese che è già corso, chiede che il Consiglio verifichi l’andamento del bilancio e quello dei programmi. La tentazione di qualunque maggioranza è di trattare la questione come un adempimento burocratico; la nostra maggioranza, quando Canio poi si decide di chiamarci tutti a far l’appello, farà leggere i punti, le virgole, i punti con la virgola ed i due punti al buon dottore e se poi potesse chiudere lì sarebbe già finita e tutti, quella sera, a casa presto. Quanto al bilancio, però la sua riforma è ben lontana dagli auspici, più volte da chi scrive formulati, ed ogni anno tutta la macchina: quella degli uffici e quella dei servizi, quella delle prebende e quella della rete dei clienti e via così, si mangia i soliti 5 milioni giusti in euro. Sarà così anche quest’anno, un euro di più, un euro di meno, ma questa è la virtù, quella nascosta, che Canio dice avere il suo comune. Della crisi invece, quella del debito sovrano, lì nel Palazzo nessuno, per verità, se ne è mai accorto per davvero, continuando così sonni tranquilli, e quella del gran sonno sembra essere proprio diventata un’altra bella virtù dei suoi inquilini. Quanto invece alla verifica, quella dei programmi, quest’anno sarà, nei loro auspici, ancora più veloce, qui si sempre più pronti a dire che la colpa del far niente è del solito Tremonti. Certo Tremonti  ce l’ha messa proprio tutta a mettere i bastoni tra le ruote, ma chi è bravo ancor si salva e chi no, cambi mestiere. I giorni che verranno non saranno meno amari, anzi, ma questa è la fine di chi non ha voluto ascoltare quelle che chiamano Cassandre. Gira la boa dunque, fra un trimestre, per il settimo anno di Canio e del suo regno e più il tempo scorre e più si allunga la lista di quanto non ha fatto. Credeva di toccare il cielo con un dito, a noi bastava che rimanesse, con i suoi piedi, ben saldato giù per terra e  mentre si intravvede la fine del suo regno, rischia il decennio di finire, un’altra volta, in spazzatura. Certo, ma con ancora un grave rischio, quello che Canio ci lasci un’amara eredità: quei tanti migliaia di metri cubi di cemento che seppelliranno per sempre la città sotto un sarcofago.        


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