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lunedì 9 luglio 2012

CANIO RIBELLE



Chi segue, sulla pagina del blog, le cronache delle assemblee del gran consiglio di Palazzo, ricorderà, non tanto tempo fa, un interpello rivolto al nostro Canio per chieder lumi su cosa mai facesse in tema di ricerca e di scoperta d’evasione. Ricorderete, forse, la risposta; ebbene fu un comizio, con tanto di cravatta sbottonata, la giacca anche levata,  fece un’ arringa per la folla, che non c’era, contro lo Stato, leggasi il Governo, leggasi anche il nostro Parlamento, rei, certo confessi, di chiamare in causa anche i Comuni nella ricerca degli evasori e dei furbetti. Lo confessiamo che fummo pure stuzzichini, quasi a saper già prima la risposta e voler farlo cadere nella trappola, ma per quei toni usati e per quegli accenti rintonati dentro l’aula, questo no, fu una sorpresa anche per noi, pur sempre attenti  agli umori del Palazzo. Lo ricordiamo, durò forse quanto dura un quarto d’ora e fu un monologo dai toni accesi, di accuse anche roventi, di rivendicar diritti e anche quattrini da quello Stato usurpatore dell’autonomia sovrana di Canio imperatore. Noi lo lasciammo andare a ruota libera, era poi quello che si voleva faglielo anche dire e se non c’era in aula il pubblico elettore, poco importava, la voce gli arrivava. Così finì sfinito quella sera, ma contento di aver detto le cose che in cuore si teneva, assicurato gli elettori e gli ospiti graditi che la città che governava non tradiva, non puniva, ma era una specie di isola felice, così vicino al cantone del Ticino che tanto valeva fermarsi al di qua della frontiera.
P.S. Di tutto quanto disse Canio quella sera, non ce n’è una che sia vera.  Anche se Canio è un Sindaco ribelle, presto lo vedrete tornare un poco più obbediente.



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