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giovedì 26 luglio 2012

IL GIORNO DOPO I


 
Tirato giù il sipario, spente anche le luci, il giorno dopo si scrive un po’ la critica dello spettacolo andato in scena nella sera.  L’incasso, come sempre, è andato male: zero paganti e pochi spettatori; la sala troppo calda e poco rinfrescata; qualche vacanza negli attori, quanto al maestro dell’orchestra  l’ha diretta con il solito furore e la consueta decisione, poi è crollato. Comunque le due scene principali sono state quella, durante il primo atto, in cui Canio ha recitato la parte del sindaco furioso contro un consigliere dispettoso e poi quella finale in cui in scena è andato Canio, il vittorioso, che va in finale anche col porto. Che c’è dunque da dire ? Ma intanto c’è da dire che quell’ accusa, e forse anche dell’altro, che Canio ha lanciato con tanto di veemenza, giustamente, al mittente è stata rimandata. Canio infatti ha  sempre usato, in questi anni e senza un poco di prudenza, la querela  come clava, ossia ha usato il codice penale per tutelare solo lui proprio in persona contro chi giudicava essergli un nemico. Come noto la querela è volontaria, la fai solo se vuoi, altrimenti lasci perdere e vai avanti. C’è di più, Canio ha anche usato il codice penale per colpire tutto il gruppo che gli fa l’opposizone. Questo lo fece quando, per legge certo non obbligato, fece, a modo suo, un’inchiesta e mandò Vecchi in tribunale per l’autentica delle firme messe sotto la lista già sconfitta. Questo ha fatto il caro Canio, ma nessuno per questo lo ha accusato di essere il sindaco fascista, mentre tutti han solo preso e pagato un avvocato. Ora succede invece che Canio fa lo stralcio per Zanetta, l’opposizione consulta un buon legale che l’avverte: “ attenzione, c’è il penale” .  L’opposizione allora gioca la carta e mette il Consiglio sull’avviso di reato. Qui non è che la cosa è volontaria, qui il reato, se c’è, è quelli  che si rilevano d’ufficio e i consiglieri sono in consiglio  gli ufficiali,  quindi gli obbligati alla denuncia.  Questa è la verità  dei fatti  e del diritto, quella per cui Canio si scatena, si ribella  e lancia accuse senza senso e senza senno, ma la sera era di luglio, il caldo soffocante, la lucidità mancante, prevalse in lui  la sua passione che sconfisse la ragione. Quanto al resto, ne parliamo un’altra volta.  


LAMPI SUL LOGGIONE II 


Mancano una ventina di minuti a mezzanotte e a Canio la tentazione del rinvio degli interpelli, magari solo per scherzo, gli passa nella testa. Comunque dice fate in fretta che finiamo. Così si fa un po’ in fretta sulla richiesta di notizie del ripristino delle aree tutelate a balneazione e andate a pezzi. Bottini rassicura che il ripristino c’è stato, giusto oggi, così dice. L’altra richiesta e un poco più invadente, riguarda il nervo ormai scoperto di Cannio, lo sappiamo, quello che quando lo si tocca lui non regge. Ci prova, con cautela, il solito Piervalle che ripercorre, a mente, tutte le date, quelle rispettate e quelle, invece, del tutto poi scordate. Insomma, due pesi e due misure, la domanda  è molto chiara: perché sta chiusa nell’ armadio la variante per gli alberghi e corre l’altra per Zanetta.  Sembrava fosse la cosa più importante, caro Canio, e poi la lasci impolverare nel tuo archivio, ci spieghi un po’ perchè. Lui tentenna, ancor sembra girare la domanda perché mai glielo chiediamo, giusto noi che l’abbiamo massacrata.  Allora lui dice: bla, bla, bla che insomma c’è prima quella PAI, e adesso ci son anche i diritti d’uso civico e poi ci sono tante osservazioni, insomma bisogna un po’ aspettare. Replica veloce: che ci fosse quella PAI e anche gli usi civici già si conosceva, ma tu la tieni chiusa perché hai una gran paura che quando mai andasse in conferenza sarebbe fatta a pezzi, così sfili lo Zanetta e gli cerchi la via della  salvezza. C’è il porto e la domanda è molto elementare, cioè a dire dove stanno le cause tanto impreviste e tanto imprevedibili che fanno si che il prezzo che, in gara, era sceso di punti ben 21, dopo il contratto di punti ne sale ben 47. Canio si accomoda tra il pubblico e lascia la cosa al povero Bottini che non sa, che dice che le cose stanno scritte in relazione che poi ,per carità, ci lascia, ma non sa è scritto tutto lì, leggetelo ripete. Allora arriva Canio che riprende il posto di comando, ci fa tutto un discorso un po’  politico e ancora sembra vantarsi di essere arrivato dove gli altri hanno mancato. Chiudiamola lì per ora, sette anni ci hai impiegato, hai raddoppiato  i costi, hai messo in gara un progetto “ ineseguibile” che è stato ribaltato, hai liberato i responsabili, dobbiamo solo tacere e vergognare. La verità caro Bottini e caro Canio sta, invece datata già 2005 e scritta  da quelle  professoresse che il vice le chiamava le due, le  comuniste. Allora a Canio a sentire questa storia gli prende una crisi e ride, ride, ride tanto da non riuscire più a governare la seduta. E’ l’ultimo interpello, sono i ritardi nel redigere e pubblicare gli atti .  Nulla da fare, continueranno a ritardare.

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