
Lo spettacolo che, nell’ultimo Consiglio, Canio ha dato, sarà
ricordato tra i migliori. Ormai già lo annoveriamo nell’albo d’oro degli sindaci
locali, rimane in bianco la data di termine mandato, ma quello che vorremmo è
che, sull’albo, venisse aggiunta una menzione: “ governò con discrezione e con
misura ”. Naturalmente
è ovvio che scherziamo dopo che ci ha presi dritti, dritti sotto mira durante l’ultimo
spettacolo e ci ha indicato alla sua truppa lanciando l’invettiva di "fascista".
Il movente lo sapete, Canio, che quanto a denunciare gli altri ne fa una collezione,
sta volta è lui sotto la mira e allora si ribella e si rivolta e lo fa nell’unico
modo che è capace, cioè male, anzi malissimo. Fatte le giuste proporzioni e distinzioni,
sembra di essere tornati al tempo di quando era in sella il Cavaliere, quando la
di lui stampa gridava : “ toghe rosse”. Mettevi d’accordo se poi le toghe sono
rosse o sono nere, o se il colore cambia
in funzione di chi, invece, anche le guarda; comunque poteva Canio lanciare l’invettiva usando quel
colore e il risultato non mutava. La verità comunque è che sta democrazia ha le
due faccie; una è il consenso elettorale e l’ altra è l’osservare un po’ le
regole: se hai consenso senza regole, sei un governante populista e peronista; se imponi
solo regole senza uno straccio di consenso, sei un mezzo dittatore. Canio si
rassegni, ha preso tutto il consenso che voleva, ora governi con le regole e
non strilli. Ultima è un’ annotazione personale che riguarda l’accusa
ricevuta. Non vorrei dirlo perché preferisco essere discreto, ma vengo anche da famiglia che nel suo albero genealogico ha
questo nella storia: un carcere a Novara, un confino politico in Sardegna, una staffetta
partigiana e il collaborazionismo resistente; penso che basti e Canio taccia.
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