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martedì 31 luglio 2012

IL TESTO INCRIMINATO


Questo che oggi pubblichiamo è il testo, in integrale, letto in aula e che, in occasione dell'ultimo esame della variante stralcio, ha fatto perder le staffe al maestro dell'orchestra  e ha fatto del suo autore il bersaglio dell'ira e della rabbia di un Canio inviperito. Buona lettura    

Si richiama integralmente il contenuto dell’intervento già svolto in sede di esame consiliare della prima deliberazione riferita alla  variante stralcio, intervento che, insieme alle osservazioni poi, successivamente, formulate, mantiene tutta quanta la sua validità  ed attualità.
Il nuovo passaggio consiliare, sotto il profilo della legittimità dell’operazione stralcio, non attenua i rilievi mossi in quel primo esame, semmai la decisione assunta, in sede di I conferenza,  di procedere alla fase di verifica della assoggettabilità a VAS, ove il suo esito ne confermasse l’esclusione, accentuerebbe  la valenza dei rilievi mossi, come più oltre verrà esplicitato.
Osserviamo comunque e preliminarmente che nella documentazione, depositata insieme alla proposta, non vi è traccia del verbale della conferenza sulla base delle cui iniziali risultanze viene ora portata all’ esame la nuova proposta. Chiediamo dunque che di tale documento ne venga data integrale lettura in aula al fine di supplire alla riscontrata carenza e, una volta per tutte, lamentiamo, pubblicamente,  la compromissione costante dei diritti di accesso cui godono tutti i consiglieri rispetto alla visione di atti, chiusi e conclusi, come sono i singoli verbali delle conferenze di pianificazione. Chiediamo, pertanto, il rispetto non solo delle norme di legge, ma anche del regolamento comunale che, a riguardo, non sembra lasciare spazio a interpretazioni manco, peraltro, suggestive.
Chiediamo inoltre la lettura in aula del documento istruttorio sulla proposta deliberativa in esame, documento  reso dal responsabile del servizio di riferimento o da altro dipendente istruttore del servizio stesso, documento di cui non abbiamo trovato traccia negli atti depositati e, nel caso di conferma di una sua assoluta mancanza, facciamo rilevare come l’ assenza istruttoria integrerebbe uno degli elementi di violazione di legge sui quali si poggia l’ipotesi di possibile abuso d’atti, già formulata in sede di osservazioni sulla prima decisione deliberativa della variante stralcio.
Al proposito e nello specifico ci tocca, quindi ed anche nell’esame della nuova proposta deliberativa stralcio, indicare al Consiglio, la concreta ipotesi di violazione penale che vediamo raffigurarsi nel perseguimento della intrapresa procedura stralcio.
E’ nostra premura quindi e segno di sensibilità e responsabilità nei confronti di tutti i consiglieri di maggioranza, ravvisare agli stessi i rischi cui ciascuno, con il suo positivo voto, potrebbe incorrere nel sostenere un percorso procedurale avventato e singolare, addirittura oltre la richiesta della parte interessata,  tanto da ipotizzare e con ragione, da parte nostra, la violazione penale se dovesse confermarsi il percorso  che si riavvia, con il conseguente, successivo, deposito di una circostanziata denuncia a carico del Sindaco e di tutti i soggetti coinvolti.
Entrando nel merito dell’esame, ci soffermiamo, principalmente sul documento tecnico preliminare della fase di verifica, data per scontata l’invarianza della relazione programmatica sotto il profilo più prettamente urbanistico, sviste nel numero dei piani alti del grande albergo a parte e introduzione di riscoperte di ignoti percorsi storici, pure loro a parte.

La relazione che viene portata all’esame  avvia, quindi, un processo parallelo, ma funzionale  a quello di approvazione dello strumento urbanistico medesimo. Di tale processo di cui ne conosciamo adesso  l’avvio, non ne conosciamo certo l’esito, ossia   se dovrà, comunque attuarsi la procedura di VAS, cosa che, motivatamente, sosterremo o se si concluderà il processo di verifica preliminare con la decisione di non dar seguito al processo di VAS ex lege, ma solo quindi con il deposito della  relazione di verifica preventiva di asoggettabilità. 
A tal proposito non ci rimane che auspicare che i soggetti chiamati a costituire l’organo tecnico di valutazione, siano effettivamente dotati di quell’autonomia e di quella indipendenza che dovrebbe garantire un giudizio effettivo e non quello che il governo in carica suggerirebbe volentieri. Avvertiamo, quindi, che si ponga massima cura nella scelta dei nomi che saranno chiamati a costituire l’organo tecnico, privilegiando in maniera assoluta le capacità professionali rispetto ad altri criteri più, per così dire, politici. Si ponga poi attenzione a che situazioni, a noi note, di potenziale conflitto occulto di interesse di soggetti titolari di cariche in organi collegiali non vengano a riprodursi all’interno del predetto organo tecnico. Non aggiungiamo altro, ma chi ha orecchie per intendere abbia ad intendere.
Scopo quindi del nuovo documento che ci viene presentato è quello di fornire le informazioni e i dati necessari all’accertamento della probabilità di effetti significativi sull’ambiente in riferimento ai criteri individuati per la verifica preventiva dalla direttiva 2001/142/CE. Sotto tale profilo il documento presenta, a nostro giudizio: carenze, sottovalutazioni, superfacilità, errori ed inosservanza di molte delle indicazioni e dei suggerimenti emersi nella stessa I riunione della I conferenza di pianificazione.
Tali vizi, che meglio nel seguito indicheremo, rischiano quindi di condurre il processo di verifica lungo un percorso, in qualche modo, fuorviante ed inficiarne le conclusioni,  in altre parole rischiano di condizionarne, in un senso riduttivo, il suo esito.
Orbene si osserva che se, sotto il profilo formale, il ricorso alla procedura di verifica preliminare di assoggettamento a VAS sembra inoppugnabile, sotto il profilo sostanziale che, consentiteci, è quello che rileva, ritorna qui, con rinnovata forte valenza, la contestazione e la polemica sollevata già in sede di primo esame e poi ripresa in sede di osservazioni, circa la non perseguibilità legale di una procedura stralcio. I vizi, i rischi, il contrasto  con le norme di principio di rango costituzionale  e, nel caso specifico anche con norme di rango inferiore, in relazione alle specifiche modalità con cui si è operato, risultarono e risultano evidenti.
Anche questo avviato processo di verifica preventiva di assoggettabilità a VAS  soffre della stessa problematica che si traduce nella domanda sul come un esame parziale di una trasformazione urbana, sotto il profilo della propria incidenza sulle matrici sensibili, possa essere condotto in modo disgiunto dall’esame intorno ad un processo di trasformazione programmatica più ampio, peraltro in atto, dal quale viene  stralciato.
Lo stesso istruttore di ARPA sembra venir sfiorato dal sospetto e seppur non ne trae appieno le conclusioni scrive : “ è necessario contestualizzare lo strumento in istruttoria nell’ambito di un insieme più vasto ed articolato di trasformazioni ( la variante generale ) , non è condivisibile un approccio che demandi la soluzione di eventuali impatti delle due variazioni che la costituiscono all’attuazione della va riante generale ( cfr. D.P. pag 21). Andrebbe invece configurato uno scenario che permette di assorbire o almeno attenuare temporaneamente gli eventuali impatti della variante stralcio, in quanto le due varianti potrebbero avere tempi di adozione ed esiti diversi”).
Senza tralasciare poi  la richiesta, sempre da Arpa avanzata e rimasta del tutto inevasa, della trattazione congiunta della trasformazione d’uso dell’istituto alberghiero con la collocazione  della nuova struttura, evidenziando così come un approccio, per parti, a previsioni di trasformazioni urbane poste in successiva sequenza, sia fuorviante sul piano tecnico e illegittimo su quello amministrativo.
Osserviamo quindi che mentre la relazione tenta di allargare la sua portata di analisi in tema di impatto sulla viabilità e parcheggi alle soluzioni dei portali indicate nel documento di variante che vogliamo chiamare principale, affossando, peraltro, definitivamente crediamo la soluzione Gabbiola,  men che meno sfiora, neppur timidamente, l’approccio alle trasformazioni complessive del fronte lago che costituiscono il contenuto effettivo della variante generale e la cui, unitaria, lettura, in ben diversa luce porrebbe la stralcio sotto il profilo dell’impatto con le matrici paesaggio e natura.
Eufemisticamente le conclusioni dell’esame svolto, concludono infatti affermando ad impatto “poco negativo” quelle derivanti dalla previsione di area 172 , che è cosa assolutamente uguale a definirsi: “ non positivo” , ma così non si dice ed il giudizio finale rimane attenuato, poiché e monco di tutta l’analisi più complessa che richiederebbe.
Comunque l’analisi delle due matrici: paesaggio e natura, sia con riferimento all’area 172 che a quelle dei portali è di evidente insufficienza laddove si va  da affermazioni quali quelle che : “ villa Mona e Basile sono circondate da un parco alberato ………la realizzazione di un nuovo complesso comporterebbe l’abbattimento probabile di vari individui arborei……………” sino ad aggiungere poche righe dopo che il parco quasi non c’è “  il parco di villa Mona e Basile non è dei più rinomati a causa dell’assenza di entità arboree di particolar pregio” cfr. pag. 118, salvo qualche riga più oltre sembrare aver rintracciato qualche esemplare di pregio, dimenticando però, crediamo non per svista, ma per volontà. di analizzare le cause del degrado ed il nodo, storicizzato, dei vincoli esistenti sull’area, sino poi a continuare nella ipocrita rappresentazione di una realtà di cui non si conoscerebbero i particolari di un progetto, ampiamente, invece, oggetto di ripetuti incontri e i cui impatti positivi/negativi sono ancora, ipocriticamente appunto, rinviati ad altro appuntamento. Quale ?
Ma il grado di raffinatezza dell’analisi non si esaurisce certo qui laddove a pag.  120 ci dice che:
 “ gli impatti generati dall’eventuale attuazione di questa misura ( la previsione 172) sono estremamente variabili e dipendono da una molteplicità di fattori  ed in primis, dal linguaggio architettonico con cui verrà realizzata la nuova struttura (  una specie di piramide dei Maia ), all’interno del contesto che la circonda ………………………………… …è possibile comunque ipotizzare un impatto poco negativo, ( leggi non positivo), laddove vengano rispettate alcune condizioni. Gli impatti risulteranno meno significativi nel momento in cui verranno previsti degli interventi che prevedano volumi disaggregati e meno compatti , non saranno troppo estesi e realizzati con un linguaggio architettonico armonizzato con il contesto”.
Terminata la citazione  occorre dire che la stessa è stata ripresa dalla nota datata 21/06/2012 del Ministero per i Beni e le  Attività Culturali prot. 7682/34, evitando, accuratamente però,  di inserire, dopo la parola “ compatti” ,  le parole: “ o più contenuti” che in quella nota comparivano. Infatti  è noto che  nella variante in esame i  volumi e la SUL crescono in maniera molto rilevante, altro che più contenuti, quanto poi al suggerimento dell’estensore del documento che gli interventi  non dovranno essere troppo estesi, basti osservare il rapporto di copertura massimo che sull’area verrebbe consentito pari al 45% del totale, per comprendere con quale coerenza e serietà la valutazione sia stata condotta e le sue conclusioni tratte.  D’altra parte non sembra che diversamente si muovano  gli estensori urbanisti della variante stralcio quando un loro, ineffabile, contributo, contenuto in nota datata 09/06/2012 indirizzata al Sindaco, afferma, a firma Architetto Gramegna Giovanni, che la monetizzazione è conseguenza del vincolo posto sull’area, (ma vorrà ben darci, il presente Architetto una giustificazione di tale, infondata, affermazione ?) ; che anche l’indice 1,125 mq/mq è una sua possibile conseguenza e che comunque è l’ipotesi peggiore. Almeno una nota di verità è, alla fine, contenuta. A questo punto come il linguaggio della architettura Maia possa  integrarsi nel contesto, rimane un po’ un  mistero insoluto.Chiamata poi a rispondere alla Soprintendenza, piccata quest’ultima per essere stata  tirata in causa in un passo contenuto nella variante e che, guarda il caso, era cosa già stata anche da noi sollevata, rispondono, per conto dell’Amministrazione, sempre i medesimi, ineffabili,  estensori che ci raccontano, pensate un po’, come  la previsione 172 sia  figlia, illegittima diciamo noi,  del vincolo messo dai Beni Culturali su quell’area. Comunque tra cartografie che rappresentano i confini comunali, costantemente, errati;  citazioni di ville estinte indicate come esistenti; valutazioni positive di soluzioni  ( transitorie ?)  di trasporto passeggeri da un portale in collina al centro su navette da impegnare lungo un tracciato stradale ad esse precluso e valutazioni, pure  positive, di impatto di altro portale da collocarsi in ambito sensibile per posizione, storia e paesaggio, l’accurata analisi, archiviata o dimenticata, non si sa, la soluzione del trenino, va verso il fondo scordandosi anche di usare le faccine che ridono o che piangono, secondo il gusto di quelli per i quali, normalmente, si scrive ed arriva alla fine facendoci sapere e conoscere molto meno di quello che già e meglio sappiamo, ma lasciando aperte le porte alle più diverse e inquietanti soluzioni, prossime e venture. Complimenti .
  
  
              

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