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lunedì 19 dicembre 2011

Il caso”Palese”
Si è rischiato il golpe quest’estate, ora il clima è ormai cambiato e siamo entrati nel profondo dell’inverno, ma ecco che appare forse un giallo: il caso “Palese”; così ,almeno, è il titolo di cronaca.  Emerge infatti questo caso dagli archivi del Palazzo dove, da tempo, sembrava ormai defunto, ma dove è stato riesumato e viene ora nuovamente un po’ indagato. L’ambiente è quindi quello classico che fa da sfondo alle vicende: quello di stanze che sono testimoni di intrighi e trabocchetti, di congiure, alleanze e tradimenti e tutto poi si intona con le foschie che la stagione spinge su dal lago e aleggiano davanti poi al portone del Palazzo ed alle luci che si spengono alle finestre del piano del governo.
Ma chi è Palese ?  Ecco quello  che  l’indagine di archivio ha potuto mettere in luce. Nel lontano 1977, Sindaco Alberto Galli, Pallavicino Domenico, si proprio lui,  il Principe che più volte abbiamo in queste pagine nominato e la sorella, la defunta Agnese Cavazzi, compiono un gesto di liberalità nei confronti del Comune, impegnandosi a cedere gratuitamente circa mq, 6.100 di terreno posto in fregio a via Manzoni. Li rappresenta, di fronte al Comune, uno stimato professionista del luogo, anch’egli ora defunto, munito di regolare procura notarile. La liberalità viene accettata dal Comune,  prima con un atto della giunta dell’epoca e, poco dopo,  ratificata anche dal Consiglio. Passa qualche tempo, siamo nel 1979, e i Pallavicino cedono diversi terreni a un tal Palese Gilberto, di professione impresario edile,  inclusi quelli oggetto di promessa a cedersi gratuitamente al Comune, ma nell’atto, siglato presso il notaio Lanteri, non dimenticano gli impegni presi verso il Comune e li trasferiscono al Palese Gilberto che si dichiara consapevole della loro esistenza e di accettarli. Poi più nulla, tace il Comune, tace questo Palese Gilberto che, nel frattempo incorre in altre traversie  che vedono il Comune essere in mezzo, ma alla fine ne esce bene. Quanto ai terreni promessi a cedersi nulla fino ai primi anni ottanta, quando un Sindaco dell’epoca si ricorda e sollecita la loro cessione. Poi più nulla ancora e anche negli anni, a cavallo tra gli ottanta e i novanta, Sindaco nuovamente Galli Alberto, niente si rinviene nelle carte perché qualcuno obblighi questo Palese a fare quello che doveva e si era impegnato. Cambiamo secolo e  tutto cambia,  tranne uno che poi rivedremo e, agli inizi  del secondo decennio del nuovo secolo, Canio Sindaco e Galli Alberto, rieccolo quest’ultimo nelle vesti di  Assessore di fiducia per le questioni urbanistiche, disegnano la nuova variante alberghiera. In mezzo a tanti nuovi alberghi ci mettono , però,  qualche cosa che non c’entra proprio nulla con gli alberghi. Caso unico nella variante, prendono il  terreno oggetto della promessa non mantenuta e per 1/3 lo rendono edificabile, mentre gli altri 2/3 prevedono che venga ceduto, gratuitamente, al Comune. Il dubbio o la certezza, vedremo meglio in seguito, è che sia in corso, tra i protagonisti del giallo, un implicito accordo transattivo, condotto secondo un metodo che di trasparente non ha proprio nulla e che, artatamente, sia stato portato alla tacita approvazione del Consiglio Comunale, che di niente si era avveduto. All’ombra dunque di personaggi che riemergono dalla storia del Palazzo e che dipingono la vicenda dei colori del nero, finisce la odierna puntata  nell’attesa di conoscerne gli ulteriori, inquietanti, sviluppi.

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