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lunedì 5 dicembre 2011

Nuove manovre ?
Arriva quella che, da sempre, si chiama la stangata: un poco o tanto più di imposte e qualche tassa, un poco o tanto meno di altre spese. Così, a seconda del momento e della crisi, sempre hanno chiamato le manovre. Ora la crisi è proprio seria, questo lo hanno capito anche i governanti più testardi che hanno prefertito lasciare ad altri  fare  il lavoro troppo sporco, per poi sperare di tornare, in tempi meno ”avari”. Ci piacerebbe andare avanti con qualche altra osservazione, ma restiamo fedeli al “mestiere” che ci siamo sempre imposti e di guardare dentro la crisi e la manovra  dalla finestra più locale. Di mestiere, tutte le giornate della vita di lavoro le abbiamo aperte sfogliando la gazzetta, quella ufficiale, e una volta settimana, quella regionale. Torniamo subito alla manovra o se preferiamo alla stangata e, un’altra volta ci sono le Province, da abolire, o meglio:  quasi da abolire, questa volta. Proprio loro, quelle povere, giusto per dire, tante province, anzi cresciute anche di numero, che ridisegnano la carta geografica italiana. Ancora loro, un’altra volta, mentre più non conto le volte che le ho lette, in gazzetta, cancellate e poi, subito dopo, riesumate.  Poi, sempre in manovra, penso troveremo, un’altra volta la liberalizzazione e la privatizzazione dei servizi pubblici locali e delle loro società partecipate. Quante volte, negli ultimi 10 anni,  l’ho già letto nella gazzetta del mattino; qualche volta erano la copia della legge che già c’era, eppure quelle società sono ancora tutte lì. Adesso torna anche l’ICI, mezza tolta da sinistra, l’altra mezza tolta dalla destra, ora rimessa dalla destra e la sinistra. Poi cambia anche il nome, sarà l’IMU, ma non è una novità, a pensarla era stata  giusto la Lega per le case oltre la prima e con una botta sino a 10,5  punti ogni mille. Niente quindi  è quasi  nuovo, comunque questa è la manovra; se funziona.

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