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venerdì 16 dicembre 2011

Default a sinistra
Il titolo di oggi è rivolto a quella che siede nel Consiglio e che sostiene, dal suo lato, quel governo fatto dal duo: Canio e il Professore che se va avanti come è andato sino ad oggi, sarà, forse, il peggiore della storia. L’ultima prova è stata quella più eclatante, c’era di mezzo, come è noto, il disegno della città futura, nulla a che vedere con il  titolo che abbiamo scelto per il blog, e in quell’occasione un passo del discorsetto, fatto in aula, lo dedicammo proprio a loro, alla sinistra, cui rivolgemmo un nostro appello perché con l’alzare delle mani non fornisse il suo sostegno a quel disegno scellerato che lì, sempre quei due, avevano portato. Giusto per memoria vi riportiamo qui quel passo così come lo abbiamo letto in aula e come è stato anche ascoltato:

Ci sono poi, uomini e donne, di una qualche identità politica che, a essere coerenti, dovrebbero rifiutarsi di alzare, questa sera, la mano per avallare il progetto di un Sindaco che non sembra proprio avere la loro medesima sintonia di valori. Non lo faranno, non ne hanno il coraggio, ma ad essi bisogna solo ricordare che, ed erano gli anni 70, chi in queste stesse aule consiliari rappresentava un partito di cui, in qualche modo, loro ne portano, oggi, una parte dell’eredità, ben altra posizione assunse e tenne a fronte di disegni di simil portata. Rammentatevelo quando, fra qualche minuto, starete  per alzare le vostre mani.”

Nemo profeta in patria e infatti, almeno quelli di loro che erano presenti,  non ascoltarono l’appello e  irresponsabilmente,  quando si è giunti al voto alzarono le  mani a protezione e difesa non certo di quel piano, orrendo, ma di Canio, anteponendo la sopravvivenza amministrativa del leader della loro coalizione ai valori e agli interessi che avrebbero dovuto difendere e rappresentare. Una brutta pagina di storia amministrativa locale si è così lì consumata nel loro silenzio e nel gesto delle loro mani alzate. Quelle mani alzate sono sembrate più il segno di una resa, più  l’umana ammissione di una propria, personale e collettiva, impotenza che quello di una qualche positiva volontà che, per verità, non si è mai neppure ancora vista. Ecco il default, totale, di uomini, le donne in questa occasione si sono salvate, che siedono ad un tavolo, scelti soltanto per alzare le mani quando il capo chiama. Viene da ridere o da piangere a pensare che, forse, solo due sedute prima insorsero contro l’autore di queste righe che li aveva  un po’ strigliati dal loro sonno permanente. Tutto lì, un fuoco di paglia e poi , di nuovo, questa misteriosa letargia li prende. Canio è soddisfatto, loro come possano anche esserlo non lo sappiamo proprio.   

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