
Ne avevamo parlato proprio ieri; non passa un nuovo giorno ed ecco che un altro dei gioielli di famiglia va giù in
pezzi. Tocca, questa volta, al bar Imbarcadero, un pezzo che, da solo, valeva
circa 48 mila euro l’anno. Niente, non paga è ormai moroso e Canio da lo
sfratto. Su cinque pezzi della preziosa collezione, ben tre son quelli che cadono
in rovina, aprendo un buco nel bilancio già mezzo tartassato dal patto e dal governo dei super docenti. Comunque, anche sta
volta, si conferma e si rafforza quella voce che vede Canio “soltanto” tanto sfortunato. C’era il re Mida che tutto quello che toccava
in oro poi mutava, ma quello era un mito del passato, mentre al nostro re Di Milia
mica si chiede così tanto, già saremmo ben contenti che non mandasse in pezzi i
suoi gioielli e ne infilasse almeno una tra tutte quelle in cui ci prova. Per
ora, comunque, ancora niente: la piscina è in alto mare, per il porto prepariamoci a farci mettere le mani nelle
tasche, la variante sta diventando un giro tondo mezzo impazzito, la Palazzola è, ormai,
sparita dall’ agenda di governo, stessa sorte ha fatto la Gabbiola, forse va in
porto l’Alberghiera, quanto ai gioielli di famiglia, avete visto come vanno, e
quanto allo storico accordo con il Principe Domenico, questa si che è una fortuna, ormai,
è dato belle e morto. Si, forse, sarà anche un po’ vero quello che dicono i suoi amici
che è, soltanto, tanto sfortunato; ma proprio a noi ci doveva capitare ?
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