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lunedì 7 maggio 2012

L'ASTA DEI GIOIELLI



Così Canio li aveva presentati a mezzo stampa da sembrar dovessero andare tutti a ruba, roba insomma di valore, bastava battere le aste e i prezzi sarebbero saliti su, sino alle stelle. Stiamo parlando, lo avrete già capito, dei quattro pubblici esercizi del Palazzo che andavano a scadenza:  il Bolongaro, il pezzo forse forte, quello centrale, il pezzo più pregiato; concorrono giusto in due, l’uscente che offre un euro più del prezzo messo all’ asta e un altro concorrente che l’offerta la lancia di oltre seimila oltre la base. Morale:  se lo prende, al prezzo più alto, quello uscente perché ha la prelazione, poi lo cede, accordo è fatto. C’è  l’asta del gazebo lungo lago ed anche qui la sala d’aste è superaffollata di un solo concorrente, comunque il prezzo sale di 3.600 euro l’anno perché il concorrente è quello uscente, ma non ha la prelazione. Manco c’era la piscina e manco c’è, comunque Canio è previdente e fa la gara per il lido con la spiaggia e la piscina. Chiede un prezzo e tanti investimenti, morale gli va buca, c’è forse anche e ancora il tempo di trovar una soluzione di tampone e, allora, prende tempo e quando  la stagione è ormai alle porte e non c'è più il tempo o chiude tutto o prende e tace. Così infatti succede e il bilancio del Palazzo prende un botto e saranno, forse, ben circa 25 mila gli euro persi tutto l’anno. C’è ancora un gioiellino, il cascinino di Carciano, anche qui Canio vuole un prezzo e vuole  investimenti. La prima gara va deserta, la seconda non sarebbe, c’è un solo concorrente, ma l’effetto non pare andar molto diverso da quello della prima. E’ proprio vero quello che dicono i suoi amici: “ la fortuna Canio non lo assiste”.

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