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mercoledì 4 maggio 2011

Quelli che il calcio  
 
Così ci vien da intitolare questo resoconto, a tempo ormai scaduto, del primo anno del nuovo campionato. Giocano in cinque contro gli altri 12, quando ne mancano due, la prima squadra è belle dimezzata, l’altra è piena di riserve così il problema non si pone e qualche giocatore può stare quasi sempre fuori campo. L’arbitro è Canio che è anche il capitano della squadra che detiene la coppa dei campioni. Questo è già un problema, ma proprio non c’è verso, Lui vuole giocare ed arbitrare. Il suo ruolo sarebbe quello di una punta, ma sino ad ora non si è mosso, quasi mai, dal centro campo, visibilmente non è  in una forma atletica smagliante, avrebbe bisogno un po’ di preparazione, qualche allenamento in supplemento, andare in un ritiro, star fuori per qualche domenica dal campo; niente da fare non vuol sentire neanche una ragione e quindi sta lì in mezzo al campo, seduto sul dischetto ad aspettare qualche pallone sfuggito all’avversario. La squadra poi è tutta schierata sempre a metà campo, ma il campo non è mai quello del temibile avversario. Infatti giocano in difesa, fanno il vecchio catenaccio, hanno le ali, quelle di destra e quelle di sinistra, ma sembra che non volino. Hanno anche un libero, che ha già fatto 40 campionati, essendo un veterano corre poco, ma qualche volta gioca anche di testa,  non proprio sempre con la testa, e da un po’ di tempo per fermare l’attaccante sbatte il pallone  fuori campo. In porta ci hanno messo un Professore, è l’ultimo dei ruoli che stanno ora provando dopo che in gioventù era stato anche un attaccante, ma mai  in classifica di grandi cannonieri. Ha un bel impegno, Lui che pensava di starsene a dormire sotto la traversa. L’allenatore, ma l’allenatore è sempre Canio che insomma è proprio quasi tutto, infatti è anche  Presidente della squadra. Poi c’è la tifoseria, tanti sono i tesserati, infatti fecero il pieno soltanto a vendere più di 2000 abbonamenti per gli spettacoli allo stadio, ma le tribune, dopo poche partite, visto come gioca la squadra che è del cuore, sono deserte.
Finito il campionato, comunque niente sosta, la palla è già piazzata sul dischetto e l’arbitro fischia il nuovo avvio con il poco fiato che il gioco gli ha lasciato.

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