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martedì 23 ottobre 2012

ARCHELOGIA TRANVIARIA

 
 Questa di oggi non ha bisogno di commenti, tutti la conoscono, tutti la vedono, tutti ne hanno sentito anche parlare. Era in testa al programma del suo primo di governo, quello che  inventò le grandi opere, quelle strategiche, quelle che avevano da farsi oppure si moriva. Eppur passarono un poco i primi anni senza che qualcosa si muovesse,  poi ma già verso la fine del suo primo di governo, ci raccontò che aveva dato un ultimatum, ma nonostante tale autorevole proclama  niente ancor  si mosse. Così finì quel Canio  uno senza che la questione tanto sbandierata fosse anche soltanto un poco già risolta. Se il Canio primo così finì, illusorio pensare che quello due la risolvesse, infatti schiacciò il freno perché, nel frattempo, si era sognato la soluzione dei “portali”: uno messo a sud, l’altro invece ad est ed il terzo mi pare fosse all’ovest. Il tutto finisce dentro allora la variante, quella che ora è tutta ferma, tranne per Zanetta; comunque in sta variante la Gabbiola ricompare per farci forse un parcheggio piccolino, scordatevelo strategico, insomma c’è o forse meglio dir che manco c’è, comunque sta variante non va avanti, le “salvaguardie” non ci sono  e quindi il suo destino è in mano ancora  tutto non certo a quello che dice di governare nel Palazzo, ma a chi ne ha la assoluta e piena proprietà. E’ però anche un bene visto che fine fanno le sue di proprietà e forse, tutto non è perso, se  fosse qualcun altro proprietario, sta Gabbiola avrebbe già preso un’ altra via, altro che far la soluzione al problema dei parcheggi. Rimane quindi e messo proprio in mezzo, il monumento eretto al trasporto su ferro e cremagliera, ambita meta archeologica / turistica che lustra, come poche, questa Perla; promessa ormai passata di programmi scritti, stampati e poi buttati; promessa ormai futura di altri programmi che verranno ancora scritti, poi stampati e forse poi tutti buttati.

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