
Quel viaggiatore sbarcato giù da un treno e già un poco anche stupito, si infila lungo una bella scalinata che si
trova subito davanti ma, di nuovo, arriva una sorpresa appena mette il piede
sull’ultimo gradino, quello assassino, che mancò poco che qualcuno finisse al camposanto. Qui
quel dubbio di essere sceso per sbaglio giù dal treno diventa una certezza,
taluno allora torna indietro convinto dell’errore, qualcun’ altro, un poco
intraprendente, tira avanti e avrà così ragione. Abbia coraggio, di sicuro, solo ad avere un poco ancora di pazienza, ne vedrà, presto, anche di
peggio. Comunque, come in prima pagina mettiamo, questo spettacolo
ormai va avanti già da un pezzo, anzi nel frattempo è peggiorato; le cause sono
ignote, anche le case da un pezzo son finite, ma quell’area al pubblico dismessa
è sempre lì che aspetta: quando, come e poi perché, ancora non si sa. Come porta di ingresso quindi non c’è male, più
che salutar l’ospite in arrivo sembra dirgli di andar subito via. Vedremo
dunque quanto tempo dovrà durare ancora questa attesa. Noi proviamo a non far
neppure un interpello perché creder che il Palazzo non lo sappia non è neppur
cosa cui pensare e quindi stiamo in attesa
se, prima o poi, qualcosa accade o è proprio persa anche persino qui tutta la speranza.
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