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domenica 14 ottobre 2012

NEOAVENTINO

 







Scusate, andiamo un po' a singhiozzo perché la macchina si è rotta, comunque se c'è una cosa che il Palazzo non fa, questa è quella di  dare una risposta alle attese che, una dopo l'altra, vanno perse. L'elenco è lungo e non lo ripetiamo, ora si aggiunge questo ignorare le domande, legittime e dovute, fatte nell'unica sede che la democrazia locale, anche se malferma, ci regala. Lo spettacolo  è andato in scena nell'ultima seduta del consiglio il 4 ottobre u.s.. C'era in cartellone un argomento un po' noioso, fatto di numeri, ma anche di questioni, una sorte di verifica ai 3/4 dell'esercizio di bilancio, nessuna occasione è più adeguata e più conforme per fare le domande e avere le risposte. Tutto il governo dovrebbe stare in aula per dare le risposte, mancava il vice delegato è già questo è un bel segnale; mancavano i capi dei gruppi che "controllano", l'uno aveva atteso sino all' ultimo minuto concordato, ma aveva già il biglietto ed è partito, l'altra è stata attesa sino all' ultimo minuto, ma poi non è arrivata, per questo aspettiamo che giustifichi e si spieghi.  Comunque che siano stati 5 o solo 3,  i voti qua non contano un bel niente, maggioranza sta blindata. Se numeri non contano, contano invece le domande, se sono pertinenti e anche stimolanti, e le questioni così son state correttamente formulate. Silenzio in aula, il Professore, tirato un poco per la giacca, si desta dalla trance, ma corre troppo avanti e si rimette, già, al voto elettorale.......boh? Poi sentiamo Canio che,  questa volta, l'intervento lo aveva preparato davanti ad uno specchio, ma ignora le domande, ignora le questioni, mentre ci dice che i conti sono a posto senza toccare ne le imposte, ne le tasse. Dimentica che si giova di una imposta che non c'era che getta, quest'anno,  550 mila euro e chiude lì, anzi poi dice, se volete  le risposte fate gli interpelli. Insomma è come un Aventino un po' a rovescio, vengono in aula, ma forti dei numeri si arroccano e ignorano, non certo quelli che le domande in aula le leggono, ma quelli che in aula non ci sono,  un pezzo insomma del popolo elettore che quelle domande avrebbero scritto e sottoscritto. Così vanno le cose dentro sto Palazzo, profondo nord, sponda di un lago, chiuso per inverno.           

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