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lunedì 5 maggio 2014

RIPRESA




Come già previsto, adesso, con un nuovo post si ricomincia. Rinviata che è stata, quindi, senza che sta volta la colpa sia di Canio, la seduta in cui del porto ancora si attendeva la risposta, la seduta ha messo fine, così si crede, a quell'interminabile tiro alla fune che ha visto coinvolto sto Comune e la Regione. Quindi, nel prossimo trimestre, dovrebbe vedersi l'esito del bando dell'impianto che va da costa in cima al monte. Obtorto collo dunque, alla fine, Canio ha accettato di metterci la firma per l'impegno di trasferir l'impianto a casa propria. Quel che un bambino già sapeva, che solo con legge si cambia un'altra legge, e che l'Avvocato negava con ardore, sta ora anche scritto di suo pugno nel contratto. Se poi, come ci insegna il Professore, nel cambio, da qui a poco preannunciato, di chi governa nel capoluogo subalpino, ci sarà modo di farsi anche ascoltare, può darsi certamente, ma per ora così stanno le cose che, per dirla in tutta verità, furono nel tempo in cui la legge fu emanata, anche richieste, con atto del Consiglio, da chi era al governo, allora, cittadino. Sui conti chiusi a fine anno, si spegne senza infamia e senza gloria il penultimo anno di governo di Canio e la sua squadra. Rimane l'amara verità di chi, brindando il traguardo raggiunto dei 5000 fasulli residenti, tagliò le ali alla città, obbligandola a stare nel patto anticipato della, ormai nota e così chiamata, stabilità. Fruttò quel patto un po' di soldi immeritati ai governanti nelle cui tasche finirono 50 mila euro e più ogni anno. Dovette venire il censimento a ricontar le teste ai residenti e così scoprire l'acqua calda che più di 500 erano quelli inesistenti. Comunque calma e gesso in mano, soltanto nell'anno che sta in corso i nostri governanti restituiranno la parte del mal tolto dell'altr'anno. Chiusa sta quindi la riunione e attendiamo il prossimo ponte del 2 giugno perché ne faccia un'altra, di riunione.


                        

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