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giovedì 12 giugno 2014

ASPETTANDO L'APPELLO





Incassati sul giornale di Palazzo gli improperi di routine circa la faziosità senza confini, chiudiamo ricordando che i confini pur ci stanno e sono quelli che la democrazia ci mette in mano per contrastar, sin che si può, i disegni ed i progetti del gran Capo che, senza memoria, ora esalta persino quei vincoli alle ville che contestò senza riuscirvi. Intanto, oggi, dodici di giugno, ancor quindici giorni e son sei mesi che, come si vede, i lavori del porto sono ripresi, cioè neanche son avviati e già si chiede com'è che possa darsi il caso se la legge recita che Il beneficiario decade dall'anticipazione se "l'esecuzione dei lavori non procede secondo i tempi contrattuali……". Già, ma dov'è che sta la colpa ? La colpa par stia sempre in quel Palazzo assai distratto che paga l'acconto oggi e che domani sospende i lavori che manco erano iniziati. Intanto, come già un po' noto, sempre il Palazzo ha un'altra causa in corso per il porto. Complice, sta volta, la Taddei che era seconda in graduatoria nella gara. Uscita di scena la Guerrini con tanto di risarcimento danni pagato e dichiarato, bussò il Palazzo alla seconda messa in graduatoria, appunto sta Taddei. Sarà stata la fretta, si fa per dire; sarà stata la stanchezza, si può capire; sarà che il tempo andava avanti e il porto stava fermo, comunque un qualche cosa storto, forse, è stato fatto e allora, quando si accorse che era alla terza in gara che l'appalto veniva aggiudicato, prese sta Taddei la penna in mano e stilò in 44 pagine il ricorso, chiedendo al giudice del Tar che, se non proprio annulli il tutto almeno la risarcisca un po' del danno. La cifra non è alta, supera forse di poco i 500 mila euro e visto quanto sin qui hanno incassato coloro che sono stati la causa del disastro, ci par pure un po' anche poco per una che, a contrario, si dice danneggiata. Comunque sino a oggi non par che il giudice abbia deciso sulla richiesta sospensiva, quindi aspettiamo e poi vediamo. Intanto il Professor perde un pezzo. Investito che fu all'inizio di mandato di deleghe al Turismo, all'urbanistica e all'edilizia, già bontà sua, rinunciò per via della salute che dichiarò mal ferma, a quella che avrebbe poi portato Canio sul podio di quella che venne chiamata la " Zanetta"; ora, ma non si sa qual sia la causa, perde la delega anche all'edilizia che torna a Canio,ma per compensar sta perdita, si prende la materia a lui molto vicina: l'istruzione. Questo è il rimpasto che sarà reso noto nella riunione al caldo di lunedì venturo alle 18.


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