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martedì 3 giugno 2014

INTERESSI IN CONFLITTO


























Il nuovo e ultimo interpello che avevamo preannunciato è stato poi confezionato e subito è stato, pure, consegnato. Contiene un'accusa precisa e circostanziata perché, da quanto ne sappiamo e per quanto ne capiamo, da Canio e dal Governo sarebbe stato imposto, pardon solo richiesto, al Servizio competente, di assegnare a due architetti un incarico preciso ed oneroso. Ma questi due Architetti si trovano, peraltro e per scelta del Palazzo, a svolgere un compito preciso e delicato. Son componenti infatti di quella Commissione che esamina i progetti sui beni del paesaggio che stanno vincolati. Nella medesima veste di giudicati e giudicanti, a loro dunque spetterebbe di redigere, per conto del Palazzo, un progetto in area vincolata. Poiché la Commissione del paesaggio è fatta di tre soli componenti, è dunque assai palese che se due prendono interesse, il terzo, da solo, non basta a giudicare. Quindi…., quindi in un sol botto Canio ha centrato due obiettivi; col primo, non avendone diritto, anzi divieto,essendo materia di gestione e non certo di governo, ha imposto, perdon, ha chiesto che a Primi e a quell'altro, un tal Bianchetti, venisse conferito l'incarico congiunto di fare, tra l'altro, un progetto abbastanza contestato, cioè la sistemazione dei dehors della Piazza di Cadorna; con il secondo ha fatto sì che la Commissione, nominata per esprimere il giudizio sui progetti su beni vincolati, di fatto, non possa dir la sua perché sarebbe come giudicar solo se stessa. Insomma un bel pasticcio nel nome dell'invasione nel campo che non spetta a chi governa, per trarne un interesse a favore poi di chi non può, svolgendo già una pubblica funzione e così generando un conflitto d' interessi senza precedenti che siano proprio eguali. Cosa e poi quando Canio darà risposta all'interpello, questo pure neppure lo si sa. Comunque lo postiamo in integrale così che la questione sia tutta quanta molto chiara.




GRUPPO CONSILIARE “INSIEME"


29/05/2014

Preg. mo Sig. Sindaco
Avv.Canio Di Milia

STRESA

OGG: Interpellanza art. 44 del regolamento sul funzionamento del Consiglio. Piano arredo urbano e regolamento di riqualificazione e di arredo di spazi commerciali su suolo pubblico in area vincolata.
Interferenza dell'amministrazione in attività gestionale-conflitto d' interessi tra affidatari di appalto di servizi e funzioni pubbliche svolte.


Risulta assunta e pubblicata la determinazione n. 16 del 06/12/2013 del Servizio Tecnico Urbanistico a firma Architetto G. Bojeri.
Con tale determinazione viene approvato l'affidamento a professionisti architetti del servizio di redazione di un piano di arredo urbano commerciale e della relativa normativa di attuazione.
Il costo di tale affidamento viene quantificato in Euro 15.000,00 oltre IVA 22% e Cassa professionisti in misura del 4%.
Si osserva innanzitutto che per espressa motivazione contenuta in atto determinativo, la decisione sarebbe stata assunta su esplicita indicazione della Giunta che, in seduta del 16/102013, non si é, però, limitata ad approvare un proprio atto d'indirizzo finalizzato a consentire l'affidamento esterno di un servizio, peraltro non contemplato in alcun programma approvato dal Consiglio, ma ha indicato che i professionisti fossero individuati tra i componenti la Commissione Locale per il paesaggio.
Il condizionale non è, in questo caso, d'obbligo in quanto l' affermazione è contenuta nell'atto determinativo assunto dal Responsabile del Servizio.
I Professionisti indicati sono risultati, infatti, gli Architetti Giacomo Prini e Fabrizio Bianchetti , entrambi componenti la locale Commissione.
Si aggiunge, a completamento del quadro, che tra i compiti affidati ai Professionisti vi è quello di redigere il progetto di dettaglio relativo all'area di P. za Cadorna; così sta scritto sempre all'interno dell'atto determinativo citato.
Stante le premesse si osserva l'avvenuta pesante ed esplicita ingerenza in attività gestionale, cioè propria della funzione dirigente, di soggetti appartenenti alla sfera elettiva dell'Amministrazione e ciò in aperto contrasto con i principi, ma anche con le regole, contenute nella normativa che costituisce il Testo Unico sull' Ordinamento degli Enti locali.
Poco importa qui rilevare se via sia stata o no l'assunzione di un esplicito atto deliberativo della Giunta in cui quella volontà, poi fedelmente tradotta in atti dal Responsabile del Servizio, si sia espressa.
Ricordiamo, al proposito, che l'Ordinamento, testé citato, impone anche nei "comportamenti" e non solo negli atti, il dovere di mantenere e rispettare quel principio di separazione che è uno dei cardini dell'assetto e della garanzia di imparzialità cui l'amministrazione pubblica locale deve conformarsi nell'esercizio del proprio operato.
Se quello che è contenuto in atto deliberativo corrisponde a verità e non vi sono motivi di non crederlo, i principi e le regole di separazione tra governo e gestione risultano violate dall'Amministrazione e ciò ricadendo nell'ambito di attività di controllo successivo di regolarità amministrativa affidata al Segretario dell'Ente, giusta la previsione dell'articolo 6 comma 2 del vigente e recente regolamento consiliare sui controlli.
In altre parole l'Amministrazione, in tal caso la Giunta, formalmente o meno non importa, avrebbe condizionato l'operato del Servizio, indicando una scelta, poi risultata "vincolante" a cui il Responsabile non avrebbe avuto né la forza, né forse la volontà di opporsi.
Interrogata in proposito la medesima Responsabile ha confermato che la scelta operata era da ricondursi alla volontà dell'Amministrazione, cioè del Governo.
Non é la prima volta che, in maniera esplicita, si constata la violazione del principio di separazione e a questo punto ci si chiede se e quante altre volte può essere successo in maniera meno dichiarata, ed anche con riferimento, forse, ad attività gestionali di altra natura, attraverso un operato più sottile di componenti dell'Organo esecutivo che, ben conoscendo la "debolezza" delle strutture, possono aver condizionato libere e imparziali scelte gestionali.
D'altra parte per i servizi come quello in questione l'affidamento diretto è la norma e quindi la trasparenza non esiste.
La gravità del fatto si accompagna però, in questo caso, anche alla particolarità dei soggetti che sono risultati affidatari dell'oneroso servizio.
Entrambi infatti sono componenti di quella Commissione locale del Paesaggio che, in quanto tale, a noi risulta deve esprimersi sui progetti in ambito soggetto a vincolo di paesaggio e sulle materie demandate dalla legge Regionale.
Orbene se questo è vero, essendo la maggioranza dei componenti la Commissione , due su tre, redattori del progetto di dettaglio dell'area di P.za Cadorna, non si comprende come la Commissione possa intervenire poi a esprimere il proprio obbligatorio parere.
Si determinerebbe un conflitto d'interessi insanabile tra la maggioranza dei componenti la Commissione e i redattori del progetto da sottoporre all'esame e dagli stessi redatto.
E' diritto sostanziale quello che non vuole che si prenda un interesse proprio dallo svolgimento di una funzione pubblica, nel caso, gratuita; gli Architetti Prini e Bianchetti sono stati, invece, incaricati in virtù della carica che ricoprono, ma non c'è nessuna relazione logica e necessaria tra i due fatti, anzi, c'é invece soltanto una decisione non solo inopportuna, ma assolutamente sbagliata che ha determinato, tra l'altro, il non rispetto dei confini tra sfera di governo e sfera di gestione.
Di più se tale incarico preclude, nel caso specifico, la possibilità che la Commissione possa manifestare, senza conflitto d' interessi, il proprio giudizio, c'è un altro motivo di illegittimità. Se poi per superare l'ostacolo s' inventa una procedura che non è normata, peggio che peggio.
Tutto quanto relazionato e premesso non rimane che conoscere come la questione possa legittimamente risolversi e lo scopo della presente interpellanza diventa quello di conoscere quale tra due alternative, realisticamente, possibili ritenga agire l'Amministrazione:
Se la Giunta, attraverso un proprio formale atto di piena assunzione di responsabilità di quanto determinato, voglia provocare una richiesta di annullamento radicale di tutti gli atti sin qui illegittimamente assunti, riconoscendo l'irritualità del comportamento tenuto, se tale vi é stato e non anche atti, riformulando un indirizzo che abbia a risolvere l'ingerenza indebitamente svolta e lo stato di contrasto di interessi che si è venuto, irresponsabilmente, a determinarsi.
Se, alternativamente alla prima soluzione, venga richiesta da parte del Sindaco la presentazione di immediate e irrevocabili dimissioni da componenti la Commissione paesaggio dei Professionisti coinvolti e, nel caso di loro resistenza, abbia a proporsi un atto deliberativo di sostituzione d'ufficio dei due componenti coinvolti nella vicenda.
Il Gruppo Insieme

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