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mercoledì 25 giugno 2014

CAINO


Si svela oggi la strategia di Canio nel tentativo, speriamo vano, di impedir l'archiviazione chiesta dal P.M. alla sua accusa di diffamazione a mezzo stampa avverso l'autore di sto blog. Scende il nostro Canio dunque, o meglio, ormai è costretto a scender sul terreno a lui meno sicuro, ossia, per paradosso, difendere se stesso dall'accusa che muoveva l'articolo del blog. Ci casca dunque dentro la trappola a lui tesa, mostrando, in verità, una tendenza suicidaria assai marcata. Non molla dunque, non perdona, ma per far questo deve mostrar che lui è un agnello, così cercando, in modo un po' confuso, di dimostrar con argomentazioni e fatti che quell'accusa che mosse il blog, ma anche il Gruppo tutto "Insieme", non sta per nulla in piedi. Così facendo si perde in argomentazioni anche bizzarre, sostenendo non essere notorio che l'autore del blog incriminato é il Consigliere nominato, così che non ha la protezione che, giurisprudenza insegna, deve avere e che la P.M. invoca nel chieder l'archivio dell'accusa. Ma come ? se Canio aveva lui provato e poi documentato che tutto quanto il blog era da ricondursi al noto autore. Ora che tale prova ne renderebbe immune proprio questo autore, Canio ribalta di nuovo un po' la cosa e si smentisce sostenendo che un anonimo, ancorché poi venga smascherato, non possa aver la protezione che, grazie alla carica, gli spetta. Insomma, la tesi è singolare e assai poco garantista. Così dimentica sto Canio anche di dire che, in fondo, il testo incriminato era la copia /incolla di quanto reso in Consiglio, firmato e sottoscritto dall'"Insieme", con tanto di nomi e di cognomi, così che parlar di anonimato è cosa che non ha né testa e né la coda. E' comunque un Canio a tutto campo che si concede nel testo in cui formula e motiva la richiesta che il GIP respinga la richiesta che la P.M. ha fatto di archiviar l'accusa da lui mossa. E' tanto a tutto campo che, come cennato, fuoriesce dal campo seminato per cascar poi dritto in quello più insidioso che lo vede impegnato a difendersi infine dall'accusa per cercar di levarsela di dosso. Paradosso quindi di sto caso si ribaltano, un poco, le parti degli autori e l'accusato diventa chi, invece, ora lo accusa e lui l'accusatore è costretto a diventare un difensore di se stesso. Tralascio tutto il resto; c'é un tal astio e un tal ardore in quelle pagine sconnesse, al cui confronto la buona fede, la trasparenza, l'innocenza e l'ironia con cui si scrivono le pagine di sto blog sembrano di un altro mondo, ormai, dimenticato.     

 

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