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martedì 22 settembre 2015

CUI PRODEST ?









Mentre aspettiamo, ormai senza più grandi sorprese, l'esito del bando per l'impianto che unisce con la fune la costa alla sua vetta, abbiamo un po' di tempo per leggere e forse anche rileggere le carte della gara. La prima, ricordate, andò deserta; che questo fosse l'esito, non dico anche previsto, ma certo prevedibile non pare bisognasse essere un mago a indovinarlo. Le norme stavan scritte un po' leggere; la più bizzarra riguardava le funi portanti da cambiare, o non cambiare, questo manco persino si diceva, ma tutto rinviava due anni la scadenza dell'impianto. Or bene che spendere una somma di circa due milioni alla scadenza non fosse una certezza, ma fosse lasciato poi nell'incertezza, da solo bastava a chiedersi se mai quello fosse un contratto. Per questo e altro ancora, che fosse cercato o fosse un puro caso noi mica lo sappiamo, l'esito comunque era scontato. Finita che fu così la prima parte, la solita politica locale cercò di rimediare, o meglio si mise, di nuovo, a pasticciare. L'Alcade tornò in campo e, di rilevante, ci mise, o meglio, fece mettere risorse di soldi in abbondanza che, prelevati in 13 anni solo dal Palazzo, faranno la somma finale questa qua: €. 2.259.000,00, l'altra cifra, 1.570.000,00 la metteva, com'è noto Regione. Impinguata che fu la dotazione, ridotto, come è giusto, a 13 anni, il tempo di durata del contratto, tacendo su altre cose, lasciò il campo al Borgomastro. Non appena il Borgomastro fu insediato qualcuno gli ricordò che l'impianto non funziona poi da solo, che necessita di soldi, e questi ok, ma che ci sono anche persone che manovrano le funi e gli ingranaggi, che accompagnano nei viaggi i passeggeri e che curano e mantengono la macchina. Dopo un primo momento di stupore, garantì di cercar la soluzione. Troppo tardi fu la risposta; questo bando, il secondo della serie, non prevede l'obbligar la riassunzione degli addetti già impiegati e che ora sono tutti licenziati. Guarda il caso, l'altro bando, prevedeva proprio questo e andò deserto,l'altro bando prevedeva anche di più, prevedeva come costo personale, ogni anno, questa cifra: €. 336.000,00, mentre il nuovo ne prevede anche di più, molto di più: €. 518.805,00, mentre l'obbligo di riprender i licenziati è cancellato. Or si sa che di mezzo c'è il Jobs act, che prevede un minor costo di 8.000,00 per tre anni per assunto, ma com'è che nel bando questo manco c'è ? Una serie di domande interessanti: si poteva mantenere quella clausola sociale ? Si poteva, si poteva anche premiarla con punteggi nella gara se si voleva attenuare il suo rigore; sta di fatto che non c'è e tutto quanto ora racconta la politica ciarlona sono balle e niente d'altro. Sarà dunque riassunto o meglio un nuovo assunto chi il datore lui vorrà. Quanto al resto, ai soldi appunto, quelli andati al nuovo impianto, poco o nulla sarà l'onere che rimane al vincitore; dopo anni di racconti, di ritardi e di rimpalli, nulla o poco in meglio cambia, il gestore si fa il pieno di risorse e soldi pubblici, si riorganizza come vuole il personale, lo riduce, lascia a casa anche qualcuno, ne riprende solo alcuno, con il jobs act lui ci guadagna e gli esce una cifretta di un 200.000 euro da pagarsi il direttore.







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