Visualizzazioni di pagine: ultimo mese

venerdì 6 dicembre 2013

RE-PORT: CAPITOLO QUARTO

 
Come avete letto nel post che abbiamo scritto giusto ieri, il rimedio al male è stato, forse, peggiore anche del male. Insomma un bel nuovo progetto andava in gara e chi la gara  la vinceva, scopriva che anche quel progetto era fasullo. Iniziava così la nuova revisione, ormai era la quarta, della progettazione di quel porto e manco da non crederlo, il prezzo saliva, eccome,  un'altra volta. Saliva così tanto che manco bastava a finanziarlo il forte ribasso nella gara e fatti infine i conti si scopre che il prezzo finale del porto delle nebbie sarà, se poi una fine mai sarà, di circa, almeno, 6 milioni in euro tutti quanti, giusto solo il doppio del costo previsto col primo di progetto. Perché vi dico, almeno, poi questo, più in là noi lo vedremo. Ora succede, e questo lo leggete nel post che metto oggi, che si tratta di trovare un po' anche il modo di dire che l'aumento,  senza un tetto, di quei costi, anche sta volta,  è colpa di nessuno, ma solo del caso e la sfortuna. Entra dunque in scena un nuovo personaggio a cui viene affidato il compito più ingrato: dimostrare che il cerchio sta quadrato. Leggete quindi un poco e poi, domani, commenteremo e  finiremo.  
  .........Sulle ragioni dell'impossibile attuabilità del progetto che ne imposero la sua radicale e onerosa ultima revisione, una relazione, specificatamente commissionata, redatta a firma di Ingegner L. Baldo che si allega sub 2, ne indaga le cause al fine di escludere quelle derivanti da errore.
Detta relazione innanzitutto ribadisce, a pagina 4 punto 2, che il progetto definitivo, messo a gara, aveva scartato l'ipotesi progettuale frutto della variante approvata in corso del primo appalto e con ciò confermando, implicitamente, che le riserve espresse nella Perizia "Mascia Gualeni", erano fondate.
Precisa sempre la relazione "Baldo" che le indicazioni geologico e geotecniche prese a base per la progettazione erano quelle già utilizzate per la precedente progettazione, mentre per quanto riguarda i rilievi batimetrici erano stati fatti proprio quelli eseguiti dalla CO.L.MAR., cioè quelli commissionati dal Dipartimento di Ingegneria Navale di Genova.
Precisa ancora la relazione che il nuovo progetto si differenziava, essenzialmente, per la diversa soluzione strutturale rispetto a quelli precedenti.
Ripercorsa velocemente la vicenda del nuovo appalto di cui già abbiamo ampiamente trattato nel corpo della presente, la relazione a pagina 9 afferma esplicitamente che: “sono subentrati nella redazione del progetto (quello esecutivo) una serie di elementi tecnici fortemente differenti rispetto al progetto definitivo (quello del 2007 andato in gara) tali da consigliare la riprogettazione complessiva dell'opera".
Tale riprogettazione è stata quindi eseguita predisponendo un elaborato esecutivo con soluzione strutturale completamente diversa rispetto a tutte le precedenti versioni del progetto della stessa opera.
La relazione indica che l'indagine, post aggiudicazione, eseguita dall'appaltatore, la Guerrini Costruzioni SPA, ha evidenziato un sensibile mutamento dello scenario.
In altre parole si sarebbe individuata una diversa consistenza geologica degli strati del fondale e si sarebbe rilevata una sensibile modificazione del fondale nella zona portuale rispetto ai precedenti rilievi (vedi pagina 10 della relazione).
La relazione ”Baldo” riconduce poi questi fatti alla nozione di cause impreviste e imprevedibili previste dall'art. 132 comma 1 lett. b del codice dei contratti pubblici.
In particolare a pagina 11 evidenzia che l'infissione delle palancole è risultato un elemento fortemente critico, tale da determinare l'abbandono di tale soluzione (quasi la perizia "Mascia Gualeni" non lo avesse già sostenuto nel corso del 2005), ma nel contempo afferma la relazione "Baldo", sempre a pagina 11 che detta variazione non ha comportato un aggravio di costi dal passaggio del progetto definitivo a quello esecutivo, salvo al fondo di pagina 12 affermare che il medesimo approfondimento geologico ha comportato la previsione di "maggiori oneri di perforazione".
Risulta comunque singolare che poi, a pagina 22, penultimo capoverso, la relazione affermi che la massa di indagini e valutazioni di cui disponeva il progetto definitivo era tale da; "considerare la relazione (quella geotecnica dello studio Berardi La Magna, precisiamo noi) assolutamente esaustiva anche degli aspetti geologici del progetto, oltre che di quelli geotecnici", ma a questo punto, aggiungiamo sempre noi, la domanda è d'obbligo; perché mai dunque gli approfondimenti successivi hanno rilevato una situazione diversa da quella ipotizzata dal progetto se le indagini precedenti erano esaustive?
A questo punto l'elemento imprevisto ed imprevedibile non pare reggere la prova.
Rileva inoltre la relazione “Baldo”, a pagina 13 e 14, l'esistenza di ulteriori problematiche riferite al dragaggio del fondale che deve ora spingersi a quote inferiori rispetto al previsto e inoltre la necessità di interventi su un corpo d'opera già realizzato e addirittura collaudato, al fine di evitare guai peggiori.
Tutti interventi. questi, onerosi, ma sempre, a detta della relazione, causati da fatti imprevisti ed anche imprevedibili alla data di redazione del progetto definitivo.
Prosegue la relazione evidenziando altre conseguenze onerose derivanti dalle indagini di approfondimento.   
Una causa, per vero, fa riferimento all'intervenuto mutamento del quadro normativo in materia di classi di calcestruzzi armati rispetto ai tempi della redazione del progetto definitivo.
Tale modificato quadro normativo, tuttavia, non avrebbe imposto necessariamente una modifica progettuale, così almeno stando a quanto riportato a pagina 12 della relazione, ma tale opzione è stata dal RUP (peraltro, aggiungiamo noi, illegittimamente incaricato anche come progettista firmatario del progetto definitivo)  ritenuta quella più opportuna.
Per precisione poi a pagina 15 la relazione smentisce sé stessa affermando, in conclusione di pagina, l'indispensabilità di tale soluzione per il rispetto della normativa.
Stupisce la relazione laddove affronta questioni di altra natura che hanno comportato comunque variazioni onerose del progetto.
Un dato su tutti lascia l'osservatore non tecnico assolutamente sconcertato quando, alle pagine 23 ultimo rigo e 24 primo rigo, si indica una differenza di mt. 6.5 di profondità del fondale tra progetto definitivo e quello esecutivo, dato che la relazione, semplicemente, attribuisce a fatti naturali (assolutamente straordinari, aggiungiamo noi) intercorsi tra le date dei due progetti e mai a errore.
Un ulteriore capitolo che assolutamente non convince è quello che si riferisce alla questione del dragaggio del bacino portuale ( pagina 25 della relazione ).
Si sostiene nella relazione “Baldo” che nuove batimetrie, eseguite dall'impresa appaltatrice, avrebbero evidenziato la necessità di realizzare un dragaggio ben più consistente di quello previsto nel progetto di livello definitivo, ma si esclude che tali maggior dragaggi siano da addebitare ad errore di progettazione, mentre vengono attribuiti ad eventi sopravvenuti.
Orbene la consistenza di tali maggiori oneri risulta, per soli lavori, pari a euro 271.162,84 che si aggiungono ai 167.750,00 euro previsti in sede di progetto definitivo  per un totale di oltre €. 438.000, corrispondenti a un incremento delle quantità del materiale oggetto di dragaggio di mc. 8.000 con un incremento del 160% (diconsi centossanta per cento) rispetto al dato del progetto (anno 2007) posto a gara.
Quanto alle cause, la relazione sostiene che dal 2007, data di approvazione del progetto di livello definitivo, alla data del progetto esecutivo si sarebbe verificato un accumulo di tal consistenza solo per cause naturali.
Tuttavia l'osservazione empirica e il dubbio sembrano suffragati, quanto meno in buona parte, dalla stessa relazione tecnica dell'Università di Genova, datata  giugno 2005, con la quale, a pagine 74 della stessa, le redattrici descrivevano, all'epoca, lo stato del bacino portuale ed indicavano che era stata realizzata un'eccedenza di riempimento  pari sino al 50% in più del previsto.
Il dato rilevato dagli Ingegneri dell'università di Genova, con riferimento all'anno 2005, parla di apporti di materiali eccedenti il previsto e, verosimilmente, si riferiscono a quantità utilizzate per l'esecuzione di opere provvisionali, poi lasciate in loco come ben si vede dalla documentazione fotografica, non sappiamo se e come già liquidate all'impresa cessata, ma non certo da riferire a cause naturali, che comunque, a detta della relazione "Baldo" sarebbero intervenute solo successivamente.
Il riferimento a pagina 25 della relazione "Baldo", all'apporto di materiali provenienti da tre rii con sbocco sulla costa non convince affatto ove si abbia conoscenza della loro ubicazione, certo non  prossima al bacino portuale, per non dire lontani ed alla loro consistenza.
Valga per tutti il dato della lunghezza dell'asta di uno di essi, dato ricavato dalla tavola idrologica della variante " PAI" al PRGC, che è di soli 200 mt.
Il quadro, con anche il solo riferimento a questa voce dell'opera contiene aspetti non chiari, persino inquietanti su possibili risorse pubbliche andate dissipate per un'opera mai nata.
Altra questione che prendiamo in esame è la giustificazione fornita in relazione sulla necessità di sostituire le "palancolate" previste, con l'incremento di pali di grandi dimensione.
A pagina 11 della relazione "Baldo", essa viene imputata alla presenza di un  livello “G” fluvioglaciale dei terreni che, per il suo grado di addensamento, comprovato dalle prove penetrometriche eseguite, ha fatto ritenere estremamente difficile e praticamente impossibile la loro infissione.
Orbene, nella relazione questo fatto viene ricondotto a elementi di conoscenza acquisiti successivamente la redazione del progetto definitivo (anno 2007), cioè a indagini geologico tecniche eseguite nel 2011 e quindi, sostiene sempre la relazione "Baldo", cause impreviste e imprevedibili durante la redazione del progetto definitivo.
Così almeno viene scritto sempre a pagina 11 della stessa.
Anche in questo caso occorre rifarsi alla Perizia Tecnica redatta dall'Università di Genova che, come abbiamo già ricordato, data giugno 2005 e che alle pagine 11 e 12 della medesima così scriveva a proposito della caratterizzazione geotecnica dei terreni:
.......la densità relativa dei materiali attraversati, costituiti da sabbie e ghiaie, secondo i risultati delle prove SPT è compresa tra l'85% e il 100%. E' evidente che tali materiali male si prestano ad una soluzione progettuale di palancole infisse nel terreno per battitura. A tale proposito si osserva che la constatata difficoltà di attraversamento degli strati sabbiosi-ghiaiosi, motivata dalla elevata densità degli stessi, è ulteriormente accentuata dalla presenza dei trovanti di micascisto”.
Orbene qui troviamo le stessi considerazioni che compaiono, otto anni più tardi, nella relazione “Baldo”, ma che il medesimo definisce :
un fatto del tutto imprevedibile durante la fase di redazione del progetto definitivo”.
Sono soltanto due esemplificazioni che sono state tratte dalla relazione "Baldo" messa a confronto con la perizia "Mascia Gualeni", redatte a distanza di ben otto anni l'una dall'altra e che, a un esame non tecnico, rilevano contraddizioni non facilmente giustificabili.
Considerato l'ordine temporale con cui sono state redatte, fanno propendere per una non completa attendibilità della relazione "Baldo" in quanto le sue conclusioni paiono, in più punti, non coerenti con quanto già di consimile rilevato nel corso dell'anno 2005 e quindi impossibilitate ad essere indicate come fatti  imprevisti ed imprevedibili emersi solo successivamente la progettazione datata anno 2007.
Il fatto poi assume rilevanza sotto il profilo della responsabilità per danno in quanto la relazione "Baldo" è stata redatta, su richiesta dell'Ente Regione, al fine di escludere che elementi riconducibili all'errore o all'insufficienza progettuale abbiano determinato la necessità della revisione progettuale in fase esecutiva, revisione che ha provocato il superamento di ogni precedente previsione di spesa.
La Regione, con nota del suo ufficio legale, aveva ritenuto non finanziabile la parte di opera oggetto di revisione progettuale imputabile a eventuale errore o insufficienza progettuale ed a tal scopo la relazione "Baldo" si poneva il compito di dissipare ogni dubbio a riguardo, finendo invece, a motivato giudizio dei Consiglieri firmatari, per rafforzare più che un dubbio contrario. ..................................................................................................................................
CONTINUA

Nessun commento:

Posta un commento