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venerdì 1 marzo 2013

ANALOGIE E ANOMALIE

   

La stagion sembra propizia per somministrar sentenze in vari campi che trovano analogie curiose coi fatti in cui la cittadella si dibatte. Giusto due giorni circa fa parlammo di quella che condannò un Ingegner Devoti a risarcire un danno ingente e ne indicammo, per l’appunto,  le analogie col nostro porto. Se ancor c’è da rimarcar qualcosa su quel fatto, dobbiamo scrivere che mentre sto Devoti ora è chiamato lui a pagare, il progettista del nostro  porto è stato, a suo tempo, lui quello pagato e con un 300 mila euro messi in tasca, tolse il disturbo e tornò a casa. Abbiamo detto che la stagion pare propizia, infatti abbiamo tutti letto sulla stampa e poi catturato sulla rete una sentenza che i giudici che stanno a Palazzo della Spada hanno, di recente, pure emesso. Non mi riferisco quindi alla condanna, quella penale, che pur c'è stata, inflitta dal locale Tribunale, ma alla sentenza dell’appello, emessa sulla legittimità degli atti fatti da quel Comune che sta nell’altro lago assai a noi molto vicino. Ironia comunque della sorte, anche in quel caso c’è di mezzo una variante per un sol caso: un medio grande albergo e la successiva concessione a realizzarlo. Le cose andarono ben male e oggi l’albergo è ancora là, mezzo già fatto, mezzo da fare e un pezzo, forse, da disfare. Il caso comunque è interessante, direi che è anche un po’ istruttivo per tutti i nostri gran reggenti che si alternano a Palazzo e fanno solo dei gran guai. La storia par sia comunque assai complessa e lunga, mi sta difficile spiegarla in poche righe, però la questione poi sembra un po’ sempre la stessa: da un lato c’è la pressione su un sindaco di turno, poi parte la variante fatta ad hoc per toglier la pressione e poi, mica contenti, in quel caso, ci fanno anche il progetto difforme da variante. Dimenticavo; come da noi, pure là c’era il contributo del pubblico potere; cioè un prelievo di soldi dalle tasche del popol senza voce per trasferirlo a chi ha più voce. Fin qui stanno, quindi, un po’ di analogie, ci manca la condanna nel penale, ma per quella occorre sempre grande tempo. Se queste son dunque le analogie, ci son pur le anomalie. Ne citiamo solo una su tutte: quella sventagliar a raffica querele che Canio ha fatto. Ora, prima che ne faccia anche di peggio, sarà meglio disarmarlo, perchè se non ha capito ancora, è lui che rischia proprio nel penale. Comunque qui da noi c’è anche un presidio che, forse, là è mancato e quelli che montano il presidio torneranno in aula il prossimo Consiglio per decapitare, definitivamente, “ sta Zanetta” prima che, anche da noi, finisca come nel caso che vi abbiam oggi raccontato: " La conca d'oro". Un’ultima questione: il contributo pubblico accordato. Sarebbe bene, anzi anche forse molto meglio, che la SIAV dello Zanetta emetta quattro righe e faccia lei chiarezza sulla cosa.

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