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sabato 9 marzo 2013

L'ILLUSIONISTA


 

E’ solo andato in onda un mezzo show, uno spettacolo di luci, fumi e suoni  che si magari è anche piaciuto a quelli della corte, ma quando si spengono le luci, si tira giù il sipario e si chiude lo scenario, si scopre l’illusione di una festa, ma che la realtà è invece amara, ancora lì, esattamente intatta. Il gran mago ha un po’ giocato col cappello a forma di un cilindro e il suo bastone da grande illusionista, pescando e ripescando, inventandosi battute e cattiverie, giostrando con le carte e le parole. Quattro milioni il danno, poi c’è quello biologico arrecato per averci anche stressato, il falso mascherato un po’ dal vero, vi addito al pubblico ludibrio; chi lo sentiva così l’ altra di sera, quand’ era sulla scena, lo applaudiva. Poi viene il vero: quei quattro milioni in gioco è uno soltanto, poi salta fuori che un altro milioncino il Canio lo ha scontato allo Zanetta, che la perizia fatta è sempre e solo di Zanetta, che la difesa estrema del general Palmieri non sta in piedi, che la città è seduta, che Canio sino ad  ora del  porto ha fatto un buco dentro l’acqua e basta, che ha perso i soldi per Villa Palazzola, che la Gabbiola crolla come la sua promessa di farci l’autosilo, che la funivia ora che si devon cacciar i soldi non ha neppure più un padrone, che Longodorni lo smentisce e dice piano a grandi nuovi alberghi, che  blà, blà, blà;  intanto in giro si vedono solo le macerie che sembra il dopo guerra e poi quel gran finale dove, finito lo spettacolo, si fa largo tra il pubblico, si butta in braccio allo Zanetta, riceve un grazie, bravo, bis e lui, Canio,  è raggiante.

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